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Ero l’egoista che cantava tutte le notti la filastrocca del martirio. Ero il topo che girava a vuoto nella gabbietta dello scienziato. Ero la strega che crepitava nel rogo dell’inquisitore. Ero una stella morsicata, un camion che s’era ribaltato, un falco che dormiva.Ero un aereo sul fondo dell’oceano. Ero l’alaleggi »

La sopportazione delle conseguenze è una catastrofica esigenza dell’io. La resistenza che la natura impone all’arbitrio apre le fauci della putredine. Solo così ciò che uno pensa si assoggetta al niente. Una sorta di irresponsabile produzione di velleità. Ben occultati risultati di una carneficina di gesti. Come se, nella visceraleleggi »

Non sempre la consapevolezza va a spasso con l’ioma ne mortifica le ambizioni. E i deliri ambiguidella volontà affascinano senza fascinole reazioni dell’identità. Un io,tanti noi sono quello che coinvolgonoil presente, l’avvolgente necessità di togliereparole all’implacabile macina dei fatti.Le fasi della vita sono numeri che non si possonocombinare fra loro:leggi »

Sono storie di ordinaria infelicità, quelle raccontate da Peter Cameron e raccolte nel suo ultimo libro, “Cosa fa la gente tutto il giorno?” (Adelphi, pp. 188, euro 18), storie di ordinaria insoddisfazione. Il libro – che esce nella traduzione di Giuseppina Oneto – raccoglie dodici racconti apparsi per la primaleggi »

Una sera papà mi raccontò una storia bellissima. Era bellissima perché me la raccontò proprio lui, che distorie non ne raccontava mai.Seduto sul mio letto minuscolo, aveva una voce sibilante, parole che uscivano come fiato sospeso tra lelabbra troppo fini. Si era appoggiato sull’orlo del materasso e io sentivo cheleggi »

Il 7 gennaio del 1938 Samuel Beckett sta passeggiando di notte per le strade di Parigi. D’improvviso sbuca un uomo dal buio di un vicolo e lo accoltella. Beckett finisce in fin di vita in ospedale. Si salva miracolosamente. Nel frattempo viene catturato chi ha tentato d’ucciderlo. È un barbone.leggi »

Dorn: È volato l’angelo del silenzio. In un saggio dal titolo Il silenzio, il drammaturgo e poeta belga Maurice Maeterlinck sosteneva che “l’uomo teme l’assenza di suoni, perché essa fa presagire la morte, e per questa ragione consumiamo moltissimo tempo nel produrre suoni senza senso. Sull’odio per il silenzio sileggi »

Non c’è niente di terribile nell’analisi di una sottrazione. Basta polverizzare un gesto, una fonte di luce, per sapere che ogni negazione di sé è un’appropriazione. Il sangue che nasconde la ferita è il vero padrone del tormento. La piaga brucia per un fuoco non suo. Né si può aprireleggi »

Addentriamoci nei meandri de Il gabbiano iniziando dalla pagina dei personaggi, una lista con laconiche indicazioni in merito a parentele e professioni: Irina Nikolaevna Arkadina, vedova Treplev, attrice; Konstantin Gavrilovic Treplev, suo giovane figlio; Petr Nikolaevic Sorin, fratello di Irina Nikolaevna; Nina Michajlovna Zarechnaja, ragazza giovane, figlia di un riccoleggi »