Segni diVersi

La scrittura è pericolosa. Mi fa paura, come lo specchio. Scappa da tutti i lati. Mi riflette. E mi nega. La sento respirare nel buio. Mi fa inventare la verità. È una menzogna così vera che non c’è bisogno di mostrare che esiste. Mentre scrivo, io stesso non esisto più. Eppure, godo nel vedere, nel toccare finalmente. Un piacere che è dolore. Posso essere sul rigo, nella pagina. In un’idea. Ma non sono io. La scrittura mi seziona. Mi annulla. Non mi fa diventare. I vocaboli di cui si nutre sono la mia pelle, i miei occhi, il mio sangue. Ma negano indifferenti ogni mia identità.

Ho un tale desiderio di togliermi questa maschera. Per farmi vedere chi sei? Sì, certo. E ce l’hai da tanto questo desiderio? Da sempre. Però negli ultimi tempi è diventato più. Ma la maschera te la vuoi togliere davanti a me in particolare, o anche davanti a tutti gli altri?leggi »

Sono morto.Quando?Da poco.E perché lo vieni a raccontare proprio a me?Non saprei a chi altro dirlo.Ma ne sei sicuro?Sicuro.E cosa si prova a essere morti?Niente. Non provo niente.Come quando eri vivo.Esattamente come quando ero vivo.Ma allora, fra la vita e la morte.Non c’è differenza.Ma ne sei sicuro?Sicuro.©Davide Marchettileggi »

L’anima che rimane senza linguaggio. L’anima ridotta al silenzio e costretta in un angolo. L’anima che aspetta una seconda vita. L’anima che sta sempre andando alla casa del padre. L’anima che ruba parole nella casa del padre, ma anche un orologio d’oro, una poltrona sfondata, una padella arrugginita. L’anima cheleggi »

Buongiorno, credo di avere spaccato il cuore.Vedo.Mi chiedevo se si può riparare.No, combinato com’è, lo dobbiamo cambiare. Ce l’ha il cuore di scorta?Veramente. Credo di no.Crede?Dovrei saperlo, vero?Vabbuò. Darò un’occhiata. Ma non subito. Deve aspettare. Si sieda là con gli altri.Ma io avrei un appuntamento.Ah, lui ha un appuntamento.Pensavo fosseleggi »

Nel mio buio apro la mente ai nuovi inganni. Distolgo il mio sguardo, ma il cuore no. Insomma, ancora dilapido ciò che non ho: tempo. Poi, d’improvviso, spunta fuori un me giovane. Preziosiregali della selva-oscura di cui farei volentieri a meno. No, non me lo dimentico il tempo. Ma sonoleggi »

Il mio io è scisso. Il mio calendario esplode di continuo. E il mio tempo non è gentile. Sì, il mio tempo è un gran maleducato. Mi dice cose che non vorrei mai sentire. D’altra parte, il mio tempo è fatto così, è gretto e spudorato. A causa sua mileggi »

Mi colgo in flagranza di reato. E il reato sono io. Così diceva. E aveva il viso stagionato come il legno. Provava a spiegarsi: Mi cerco fra ciò che scrivo. Intanto, si gustava il momento, come una scala che non porta da nessuna parte. Il tempo, diceva, non fa cheleggi »

Quanto devi scontare? Altri dieci anni di reclusione corporale. Per un’anima non sono molti dieci anni. Lo so. E hai pensato a cosa farai dopo? Una volta uscito, dici? Ma, guarda, per dire la verità non ho ancora deciso niente.Allora, tieni questo biglietto da visita. Quando sarai fuori, chiama questoleggi »

L’esigenza del degrado. Perché questo titolo?Perché il destino del poeta è quello di un eterno deviante. “Esule sulla terra, fra grida di scherno, le sue ali da gigante gli impediscono di camminare”.Lei dice che il poeta non sa far di conto e ha il carpe diem che gli scorre nelleleggi »

Quello è il paziente di cui mi ha parlato? Sì, dottore. È entrato in Pronto Soccorso un paio d’ore fa. Codice Rosso, a quanto leggo nella sua cartella. Sì, forse un episodio ischemico. Ed è rimasto lì, in barella, con la flebo attaccata al braccio, per tutto questo tempo. Abbiamoleggi »