Vento favorevole

I versi, come il polline, hanno bisogno di un vento favorevole. Devono staccarsi dall’origine e muoversi, affidandosi. Devono diventare nell’incontro, molecole inattese e, trasportate, costruire nidi temporanei. Perché, almeno una volta l’anno, è primavera

Lo aspettiamo qui il futuro, dentro camicie a quadri, sotto maglioni a righe, nel colletto il passato, sui polsini bagnati il presente. Siamo già stanchi, scrivono gli esperti, disertiamo i banchi, curiosi di niente, una fame selettiva nella tasca inappetente. Ma abbiamo sgamato, sotto i tappeti di casa la polvereleggi »

Ho buttato le scarpe, ma non il cammino fatto, quello è risalito lungo il tronco si è fermato tra il cuore e il polmone. Sia che respiri, sia che il muscolo pompi vita, ricordo ogni cosa conservata nella memoria periferica dei piedi. Ma ho buttato le scarpeperchè il passatonon sileggi »

Regalatemi un dolore, vi imploro, ma non un disamore. Mettete cocci nelle mie scarpe,ma non la colla dell’usura. Lasciate che infierisca l’estate a bruciare la mia pelle, ma non sbiadite i lineamenti della gioia sperimentata dentro la storia dei giorni che rammendo. C’è un cumulo di oggetti smarriti che nascondoleggi »

Ora scendo e ve lo buco questo dolore. Mentre tento di dormire e ripenso al suo ultimo bacio, alla promessa di futuro di quell’ amata nuca che si gira a cercarmi in fondo alla via, arrivano le vostre voci straziate. Perchè brandite la punta del vostro male contro la mialeggi »

C’è una riva che è una soglia, il mare è dentro casa, invade di azzurri vividi o lividi lo spazio che lascio al desiderio, che chiudo alla speranza. Questa terra non conosce confine al mondo di acqua che la circonda, anche quando si ritira indispettito e diventa onda, resta dileggi »

L’isola mi ha ripudiata e si è tenuta scintille del mio fuoco originario, profondità di desideri, brandelli di innocenza misti a cenere e sabbia. L’ho lasciata senza voltarmi, sono figlia del mare aperto ma madre da terraferma. ©Eleonora Scrivoleggi »

Dio, quant’è bella!L’ho sempre saputo, anche quando aveva dieci anni, e portava negli occhi questa promessa di eterna perfezione, ma in modo inconsapevole, senza pretese e presunzione. L’ho vista per la prima volta, proprio qui vicino, oltre venti anni fa, eravamo una banda di ragazzini sfrenati e l’estate sembrava infinita.leggi »

Madre, non più madre, sempre madre, ora che conosci di me anche quello da cui ti avevo salvato, da cui non mi avevi salvato, vorrei sapere se sei tu che, dopo una vita di sfumature sommesse, hai colorato i miei vestiti, all’ improvviso, hai mandato i tuoi gioielli da signoraleggi »

Ho sempre saputo che da grande avrei fatto l’evaso. Mio nonno aveva sette gabbie e venti canarini, a casa, mia nonna e tre figlie più in galera degli uccelli. Da allora ho sempre tagliato barriere e recinti margini righe reti da pesca e sono andato e ancora vado non daleggi »