Eleonora Scrivo

Eleonora Scrivo, nata nel 1972, vive a Reggio Calabria.
Autrice di poesie e di racconti ha pubblicato, nel 2018, la raccolta di versi (R)umori sinistri: taccuino liquido di trambusti mancini dell’anima per Laruffa editore che le vale la menzione al premio nazionale Mario Luzi e, nel 2020, per i tipi de La città del sole, La cura provvisoria dei tratti fragili, silloge narrativa di cui è coautrice con Tiziana Calabrò.
Ha collaborato all’antologia Le antenate, pubblicata da Sartoria utopia nel 2022. Cura per il circolo culturale Cartoline rock, la rassegna di poesia e letteratura. Collabora con Adexo al festival Balenando in burrasca, per cui ha scritto e interpretato le performance di divulgazione letteraria Un titolo ci vuole, Antonia e le altre e Strega comanda colore.

Lo aspettiamo qui il futuro, dentro camicie a quadri, sotto maglioni a righe, nel colletto il passato, sui polsini bagnati il presente. Siamo già stanchi, scrivono gli esperti, disertiamo i banchi, curiosi di niente, una fame selettiva nella tasca inappetente. Ma abbiamo sgamato, sotto i tappeti di casa la polvereleggi »

Ho buttato le scarpe, ma non il cammino fatto, quello è risalito lungo il tronco si è fermato tra il cuore e il polmone. Sia che respiri, sia che il muscolo pompi vita, ricordo ogni cosa conservata nella memoria periferica dei piedi. Ma ho buttato le scarpeperchè il passatonon sileggi »

Regalatemi un dolore, vi imploro, ma non un disamore. Mettete cocci nelle mie scarpe,ma non la colla dell’usura. Lasciate che infierisca l’estate a bruciare la mia pelle, ma non sbiadite i lineamenti della gioia sperimentata dentro la storia dei giorni che rammendo. C’è un cumulo di oggetti smarriti che nascondoleggi »

Ora scendo e ve lo buco questo dolore. Mentre tento di dormire e ripenso al suo ultimo bacio, alla promessa di futuro di quell’ amata nuca che si gira a cercarmi in fondo alla via, arrivano le vostre voci straziate. Perchè brandite la punta del vostro male contro la mialeggi »

C’è una riva che è una soglia, il mare è dentro casa, invade di azzurri vividi o lividi lo spazio che lascio al desiderio, che chiudo alla speranza. Questa terra non conosce confine al mondo di acqua che la circonda, anche quando si ritira indispettito e diventa onda, resta dileggi »

L’isola mi ha ripudiata e si è tenuta scintille del mio fuoco originario, profondità di desideri, brandelli di innocenza misti a cenere e sabbia. L’ho lasciata senza voltarmi, sono figlia del mare aperto ma madre da terraferma. ©Eleonora Scrivoleggi »

Dio, quant’è bella!L’ho sempre saputo, anche quando aveva dieci anni, e portava negli occhi questa promessa di eterna perfezione, ma in modo inconsapevole, senza pretese e presunzione. L’ho vista per la prima volta, proprio qui vicino, oltre venti anni fa, eravamo una banda di ragazzini sfrenati e l’estate sembrava infinita.leggi »

Madre, non più madre, sempre madre, ora che conosci di me anche quello da cui ti avevo salvato, da cui non mi avevi salvato, vorrei sapere se sei tu che, dopo una vita di sfumature sommesse, hai colorato i miei vestiti, all’ improvviso, hai mandato i tuoi gioielli da signoraleggi »

Ho sempre saputo che da grande avrei fatto l’evaso. Mio nonno aveva sette gabbie e venti canarini, a casa, mia nonna e tre figlie più in galera degli uccelli. Da allora ho sempre tagliato barriere e recinti margini righe reti da pesca e sono andato e ancora vado non daleggi »