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I miei pensieri cadono come la neve cade e restano lì, sulle strade, sui tetti, sui rami degli alberi. Nel silenzio che solo la neve sa creare, i pensieri si fanno più lineari, chissà perché, forse tutto questo bianco non offre ombre nelle quali rifugiarsi.Il bianco è il colore piùleggi »

Le creature fuoriuscite dalla penna di Cechov vivono in un presente che è già avvenire, che a sua volta già rifluisce nel passato. È un futuro che non ha futuro, perché segnato da una morte in costante presenza. Nel teatro del tempo che Cechov ha delineato in ogni sua pièceleggi »

Datemi una bestemmia. Io voglio leggere una bestemmia. Una bestemmia, un urlo, una ferita che non guarisce. Io non voglio leggere libri. I libri con le storielle, con le tramine interessanti, i libri raffinati, perfettini. I libri ben stampati per un lettore ammodo. Io voglio leggere Belzebù, non un libro.leggi »

-Domani viene un tizio, amico di Francesca, ci dà 500 euro per il tavolo e le panche. -E magari gli diamo anche le sedie e una fettina di culo ciascuno, no? -Paolo, ancora? Ma lo vuoi capire che dobbiamo svuotare casa entro il 15, tra venti giorni, esattamente. Ringrazia Dioleggi »

Si alzava ogni mattina alle cinque. È per vedere l’alba, spiegava ai famigliari che gli chiedevano perché le cinque dal momento che usciva da casa alle sette per andare al lavoro.E non mentiva, per questo gli veniva così facile rispondere anche a sua moglie, seppur si domandasse perché non sileggi »

Mia madre e io vivevamo a ridosso di un grande parco cittadino. Dietro il basso edificio in cui abitavamo, tra i frassini e le betulle, si snodavano stretti sentieri polverosi. Oltre i recinti di legno, i germani reali rimandavano umidi bagliori verdastri tra le rive dei laghetti e le sterpaglie.Dileggi »

Nel teatro di Cechov tutto diviene piccolo, minuto, parcellizzato, anche l’immensità dell’eternità, anche l’immensità degli spazi, perché Anton spia l’universo dalla stretta fessura dell’angoscia, attraverso questa ferita dell’essere, Anton descrive il mondo con la rara e preziosa capacità di rendere enorme il minuscolo, piccolo il grande. Anton Pavlovic Cechov haleggi »

«Più gonfi, Ludmilla, più boccoli e più gonfi.» La signora Marisa impartiva ordini con lo stesso cipiglio con cui un comandante di nave pirata avrebbe incitato la ciurma all’arrembaggio.Dritta al centro della sala, i pugni sui fianchi come una novella ducessa Benita, la matrona era consapevole che la riuscita dellaleggi »

Il giorno in cui ci trasferimmo, sbottonammo i piumini e detergemmo la fronte con il dorso delle mani. Affrontammo l’esperimento con l’allegria delle coppie che si aggiravano caute fra gli scatoloni e i sentori dei detergenti con l’ammoniaca.Al pensiero di quanto avremmo risparmiato, ci brillavano gli occhi. Le uova fritteleggi »

Blu, le prendo blu, no, forse nere, bianche sono sempre belle, si va verso l’estate, sì, ma poi, se metto una roba più carina, la scarpa bianca di tela sdice e si sporca subito. Ma la scarpa deve essere sporca, parla di gente che cammina, è comunismo, è inclusione, loleggi »