Briciole per i passeri (Page 3)

Seminate nel bosco per ritrovare la strada di casa diventano, invece, sostentamento per uccelli affamati.
Le storie che Katia Colica qui racconta sono piccole inchieste del quotidiano, sparse lungo il sentiero per non vagare smarrita; o per sfamarsi, se è il caso.

ragazza astratto

Vi ho visto e vi ho sentito. E di nuovo visto, e sentito. Ancora. Ma della fede di cui cianciavate non c’era nemmeno l’ombra. Anche quelle vostre battaglie contro i demoni non avevano nulla a che vedere con la mia essenza; e sì che mi invocavate. Ero il vostro compliceleggi »

paesaggio vuoto

Lena si è alzata da terra spolverandosi i jeans. Ha lasciato scivolare il suo pollice sul palmare con un gesto secco. Pronto, ha detto un paio di volte a qualcuno prima di sollevarsi da questa riva e spostarsi verso la strada. Non prende, in questo posto nel culo del mondo!ha urlato, piùleggi »

solitudine in riva al mare

PRECARI ATTIMI ILLIMITATE ALBE Rumori di fondo (hai visto che stelle? ti va un caffè, tanto ormai non dormiamo per stanotte). Prendo la giacca dallo schienale della sedia. Mi scrollo i pantaloni attaccati alle gambe dall’umidità, ma ancora non mi alzo. (Ma parlaci di te, non ci parli mai dileggi »

UN RESPIRO DIVERSO Io sono diversa, sono diversa ma pure voi. Voi che non lo sapete, voi che non lo credete nonostante me che ve lo grido da una vita, la mia vita. Ho colto momento per momento tutti i segnali fin da piccola, mentre la vita giocava con meleggi »

LA BUONA FORTUNA Non so se avete presente com’è vivere mentre si è stati informati del fatto che il tuo futuro è soffocato sotto una coperta a maglie fitte e che il tuo passato coi suoi sforzi di essere migliore te lo sei lasciato alle spalle; grazie a qualche dioleggi »

BELLA COME LE COSE FINTE Mi ascolti, anche se non sembra, anche se lo so io soltanto, io, che lo credo. Occhi diritti davanti a te a non guardare, il vestito leggero di seta marrone chiaro con i pois panna e le spalline sottili sulle spalle coi laccetti a legareleggi »

ragazza truccata da morte

IO CHE NON FACCIO RUMORE Non si pensi di me ciò che si deve. Si pensi, invece, alla stanchezza, alle ore sommate ai giorni, che poi si aggiungono agli anni, ai secoli, a ciò che ci sta prima e che, lentamente, viene dopo. Si pensi a questo tempo degli altri.leggi »

operaio

UN MAZZO DI BOCCIOLI Il primo giorno al cantiere pensavo al mio primo caffè che mi ero immaginato con un sapore migliore, invece aveva solo il sapore da adulti. Pensavo alla mia felpa finta Nike che indossavo il sabato pomeriggio per andare a passeggiare e che invece quella mattina avevoleggi »

LA GIOSTRA SUL MARCIAPIEDE Guardami. Guardami ancora ho detto. Non abbassare gli occhi, vedi? Io non li abbasso. Pozzanghera maledetta, maledetta come questa terra, maledetta come questa città bastarda e mai vista per intero, come questo angolo di marciapiede maledetto. La gonna è un disastro adesso, come la mia vitaleggi »

ACCENDINO Giallo. La Ford scura metallizzata col tizio in camicia si fermerà, lui è distratto. Ha lo sguardo di chi non ha più la voglia di scappare da nulla, nemmeno da me. Nonostante me. Rallenta. Stop. Mentre il Suv andrà. Infatti il guidatore mi sfiora il braccio col suo veicololeggi »