viviana gabrini (Page 2)

Arrivo a casa e anche se mi sforzo di mantenere il solito passo, i soliti atteggiamenti, la solita espressione, mi sento addosso sguardi ignoti e indagatori.Che qualcuno sappia? Che qualcuno abbia capito?Ho il fiato corto: per strada non sono riuscita a camminare con il solito passo svagato e contenuto maleggi »

Ti avevo promesso che ti avrei portata al mare, no? e glielo chiese con quel tono che sottintendeva: ed io le promesse le rispetto sempre altrimenti nemmeno le faccio, quel tono che non ammetteva repliche, quel tono da ho ragione e basta, quel tono che un po’ la indispettiva eleggi »

A tutto cerco rimedio al caldo quando fa caldo al freddo quando torna luce per il buio riso per la pentola sciroppo per la tosse latte/miele/cognac se non c’è Provo a metterci una pezza cerco regali che sorprendano chiamo l’idraulico cambio le pile metto coperte tolgo coperte girando intorno alleggi »

La cosa era andata così: una sera il Gildo era tornato a casa dopo la riunione alla sezione del Partito Comunista e ci aveva riuniti tutti attorno al tavolo della cucina: me, sua mamma Elide, suo papà Adelmo, la zia Mafalda e anche la Rosa, la nostra figliola di appenaleggi »

Dei miei momenti perfetti taccio li ho indossati come gioielli indicati in cielo chiamandoli per nome non li ho solo sognati li ho incontrati mi erano accanto Momenti tondi/pieni/compiuti momenti che sfamano la vita intera Alcuni non li meritavo nemmeno ma li ho avuti li tengo stretti indistruttibili e dileggi »

Immagine di Erwin Olaf Ho bisogno della solitudine che detesto di ninnoli d’indecenza di metter fuori la spazzatura Resto nello spazio che temo senza giustificazioni a torturare un’unghia smontandomi entusiasmi Lavarsi il disincanto dal viso evita la tentazione della palude meglio costruirsi chimere che disperazioneleggi »

«Ti amo» gli disse lei con le guance arrossate e un’aria estatica di altri tempi negli occhi.«Ti amo» ripeté convinta «e ti porterò con me, ogni giorno, sul tram che sobbalza sulle pietre curve e antiche, nel cuore di questa triste città. Le giornate in ufficio mi sembreranno meno lungheleggi »

Il ronzio dei macchinari medici arriva attutito dal corridoio: è un rumore simile a un respiro affaticato ma costante e cadenzato. Il polmone che tiene in vita l’ospedale intero, gli viene da pensare.Il figlio scuote la testa e scaccia quel pensiero che gli sembra sciocco, gli edifici non hanno polmonileggi »

Mi arriva il suono delle vite degli altri alcune vicinissime suoni di stoviglie nel lavello piccoli mari di conchiglie c’è chi canta con voce gloriosa da caramella gommosa chi flebile sussurra con ticchettar di cellulare e poi da una frequenza radio nebulosa il pianto doloroso da piatti rotti preciso comeleggi »

ll pastore aveva faccia da marinaio un volto di Vincent Van Gogh da indiano padano navigava onde di terra con spuma di lana bianca nessun presepe a cui tornare solo una roulotte zingara i passi degli scarponi sulla pianura brulla nelle periferie brutte coperte di polvere Eppure il lento andareleggi »