Il regalo

Arrivo a casa e anche se mi sforzo di mantenere il solito passo, i soliti atteggiamenti, la solita espressione, mi sento addosso sguardi ignoti e indagatori.
Che qualcuno sappia? Che qualcuno abbia capito?
Ho il fiato corto: per strada non sono riuscita a camminare con il solito passo svagato e contenuto ma ho percorso il consueto – breve – tratto con falcata decisa e insolitamente spedita.
Infilo la chiave nella toppa con un certo nervosismo: mi tremano le mani.
Entro e allungo lo sguardo voltandomi un poco verso l’uscio della dirimpettaia impicciona. Chissà se mi sta spiando dal forellino di controllo della sua porta blindata.
Un passo ancora e sono in casa.
Chiudo la porta alle mie spalle, accendo la luce del corridoio e sfilo rapida il giaccone.
I gatti mi si fanno incontro, code ritte e musi aguzzi a reclamare la cena.
Dopo, li tranquillizzo a mezza voce, dopo.
Scivolo in camera da letto e poso la borsa sul comò: ne estraggo un pacchetto piccolo, ricoperto di carta lucida color oro, con tanto di nastrini rossi e fiorellini di tulle.
Un bel pacchetto, ne convengo.
Il mio regalo di Natale.
Il regalo della mia miglior amica.
Già so che cosa contiene e per questo non trattengo un brivido di piacere.
Il gusto del proibito? mi chiedo banalizzando il momento.
Il gusto di avere tutto per me qualcosa di illecito, fuori legge da tempo, qualcosa che qualcuno più in alto di noi (dio? la legge?) ha deciso di toglierci.
Per il nostro bene, dicono.
Perchè averne devia le menti, corrompe i costumi, mina le basi delle oneste società.
Cazzate, mi dico, tutte cazzate.
Balocco il pacchetto fra le mani e sorrido, compiaciuta.
Mio, tutto mio.
Penso alla mia amica: quanto le sarà costato farmi quel regalo?
E quanto ha rischiato. Quanto sto rischiando anche io.
Se solo mi trovassero con questo pacchetto in casa…
Alzo lo sguardo e mi rendo conto che la tapparella della camera è leggermente sollevata.
No, mi dico, non va bene.
Prudentemente, abbasso le liste fino ad essere sicura che da fuori non filtri una sola lama di luce.
Ho paura degli sguardi curiosi. Ho paura di essere scoperta.
I gatti reclamano la mia attenzione e la loro cena.
Poso il pacchetto e decido di prolungare il godimento, dilazionando l’attesa.
Vado in cucina, apro scatolette, riempio piattini e scodelle, accarezzo i loro capini mentre le pance si riempiono di pappa, fusa e gratitudine.
Potrei cenare anche io, ma in realtà sono troppo nervosa.
Apro il frigorifero, tiro fuori una bottiglia di riesling e mi verso un bicchiere.
Torno in camera da letto e mi piazzo davanti al comò.
Mi guardo allo specchio e mi sorrido.
Alla nostra, bisbiglio alla mia immagine sollevando il bicchiere.
Bevo un sorso, poso il vino e rimetto mano al pacchetto. Pochi strappi decisi e la carta dorata finisce sul pavimento.
Una scatoletta di legno scuro, gradevolmente intagliata.
Ancora un gesto e il gancio di sicurezza fa clic. Sollevo il coperchio.
E dentro, il regalo più prezioso che potessi mai avere.
Quello più proibito.
Quello illegale e fuorilegge.
Leggo il biglietto che lo accompagna: È tutto tuo: fanne ciò che vuoi!
Sorrido e guardo il mio regalo: la mia amica è riuscita nell’impossibile.
Mi ha regalato un po’ di tempo tutto per me.

©Viviana Gabrini, 2015 (tratto da I fili di Arianna, Primula Editore)
© Foto Pixabay

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