racconto (Page 22)

«Raccontami una storia. Stasera ne ho bisogno.» «Si ha sempre bisogno di una storia. O almeno dell’inizio.» «A quelli che hanno fantasia basta l’inizio. Io non sono brava a creare. Lo sai. Comincio tante cose che poi lascio in sospeso, ma le storie… quelle le ascolto. Sono brava ad ascoltare.leggi »

Corde

La canapa scorre, scabra. Il tuo è il gesto lento di chi sa come fare. Hai delle belle mani, non te l’ho detto. Non c’è stato tempo, prima. «Ora bendami.» «Gli ordini li impartisco io, hai dimenticato?» «Scusatemi, Signore.» La benda è seta sui miei occhi. Sono cieca: fuori dalleggi »

Dice che la vuole tutta nuda. Sara si spoglia senza fiatare. Accenna un sorriso che nessuno può vedere perché è buio. Ha mal di testa, ma la parola esatta sarebbe “stordimento”. Forse “confusione”? No, “stordimento”. Ha la fissa per il lessico, Sara. Deve sempre cercare il termine che descrive unaleggi »

I pantaloni gialli, la camicia blu. L’uomo era fermo, appoggiato alla ringhiera di ferro: moderno tubolare coi tiranti d’acciaio, si allungava dividendo la terra dal mare, dividendo la gente vestita da città da coloro che in spiaggia avevano deciso di giocare a crederci all’estate infinita. Anche l’uomo pareva crederci. Ileggi »

Manco. Manco a me stessa. Smarrita. Scomparsa. Mi guardo allo specchio. Quel volto diafano, incavato, che negli ultimi giorni sembra essersi allungato come un orologio di Dalì, non sembra quasi più mio. La scorsa notte l’ho sognato avvolto di ragnatele. Non ero io. Ma ero io. Non capisco: perché ricordoleggi »

“Au premier temps de la valse…” si era staccata. Per caso, perché, in verità, non riusciva a seguire la musica. “Au deuxième temps de la valse…” volteggiava secondo un lento ritmo interno, felice di potersi finalmente muovere e di godere libera della brezza. “Au troisième temps de la valse…” raggiungevaleggi »

Il mio corpo ha una ferita che sanguina da quasi quarant’anni. A intervalli irregolari ricorda sfacciatamente al mondo la mia decisione di essere incubatrice spenta, portatrice di vita mai in regalo ma di proprietà privata esclusiva. Se si nasce femmine, la dimestichezza col sangue la si acquisisce molto in fretta:leggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »

Partendo dalla suggestione del film Rashomon di Akira Kurosawa abbiamo preso una fotografia scattata da Viviana Gabrini e alcuni  Sviaggiatori hanno raccontato una storia interpretando l’immagine a modo proprio. Il risultato è sorprendente. Perché ogni cosa è vista con i propri occhi e ciascuno di noi ha una sua narrazioneleggi »