Ygor Varieschi

Nasce a Milano, in un giorno di luglio del 1976 durante un temporale. Forse è per questo che gli piace da sempre la pioggia, soprattutto quando la guarda restando all’asciutto. Studia ragioneria per prendere il diploma che a suo padre mancava, ma è all’università che scopre quella che poi è diventata la sua passione principale: la lettura. Legge di tutto, compra e impila libri dovunque nella sua casa, e teme che non avrà abbastanza tempo per leggere tutto quello che vorrebbe. Ma ci prova a trovarlo, il tempo. Gli piace andare al cinema, ascoltare musica di gruppi che di solito non conosce quasi nessuno, le solitudini di Hopper, vedere le persone sorridere. Una volta è andato persino dall’altra parte del mondo per vedere com’era il sorriso di una persona in particolare. Per l’appunto, ogni tanto viaggia, meglio se con amici: e quando resta da solo, e ha una storia dentro di sé che ritiene valga la pena di essere raccontata, scrive. Non sa se lo fa bene, ma forse è la cosa che gli riesce meglio di fare.

Nel 2014, ha pubblicato “Henry Wickham” con la casa editrice LuoghInteriori. Con Prospero Editore ha pubblicato la trilogia fantascientifica “2090”, composta dai libri “Ombre nelle Tenebre”, “La fiducia è l’unica fede” e “La luce dei sogni in fiamme”.
Il resto, arriverà. Come quel sorriso che una volta ha cercato dall’altra parte del mondo.

Ho avuto una pessima idea: accettare un appuntamento. Ma non uno speed date, che mal che vada dopo qualche minuto cambi tavolo e giochi un’altra mano. No, un appuntamento a cena. Mentre gioca la mia squadra preferita.leggi »

Roger arriva puntuale. L’intervistatore, quando lo vede, si lascia quasi sfuggire il taccuino che ha in mano per la sorpresa. Gli hanno detto che è un po’ strano, che a volte si dimentica gli appuntamenti, da un momento all’altro si distrae e piomba in un altro mondo. Però questa voltaleggi »

«Quando sotto la pioggia cerchi un riparo invece di ballare, allora ti accorgi che il tempo ti ha cambiato. Da asciutti ci si conserva meglio, ma non è così che si vive. Non è così che si vive.»Kat guarda davanti a sé, tiene gli occhi socchiusi perché c’è un po’leggi »

Dalla porta provenivano rumori strani. Urla, pugni sbattuti sul tavolo, frasi piene di parolacce.I due, fuori dalla porta, si guardarono. Nessuno azzardò un’espressione. Però in quell’impasse s’intesero.«Non ci si abitua mai, eh?»«A lui?»«No, a perdere. Intendo a perdere. Mica è facile. E non lo dico per giustificarlo.»«Beh, prima o poileggi »

Román guarda verso il cielo. Delle nuvole striate si disfano al vento. Sulla strada sterrata non passa nessuno da un’ora. Se da quelle parti hai un incidente, ti trovano prima i lupi degli uomini. Il posto perfetto dove fermarsi, quando occorre fermarsi per decidere. Julieta gli ha scritto una lettera.leggi »

Lungo la strada che si snodava tra alcune colline spoglie, ogni tanto apparivano dei camion militari. Brevi carovane che avanzavano lentamente per qualche minuto, come le spire di un serpente svogliato. Poi quando anche la coda scompariva dallo sguardo, il silenzio si fondeva con l’assenza di movimento. «Non ho maileggi »

«Un altro drink?» Quando il barista incrocia il mio sguardo, sembra pentirsi all’istante della domanda. Io no. È una buona proposta, dopotutto. E poi non mi sono ancora rassegnato al fatto che lei potrebbe non venire. Forse un po’ sì, ma è trascorsa solo mezz’ora. So che lei può fareleggi »

«Raccontami una storia. Stasera ne ho bisogno.» «Si ha sempre bisogno di una storia. O almeno dell’inizio.» «A quelli che hanno fantasia basta l’inizio. Io non sono brava a creare. Lo sai. Comincio tante cose che poi lascio in sospeso, ma le storie… quelle le ascolto. Sono brava ad ascoltare.leggi »