racconto (Page 20)

È tardi, dio mio com’è tardi – la pasta, il prosciutto, il latte che non ce n’è più e cosa gli do a colazione – se non mi sbrigo non ce la faccio a fare tutto. Proprio oggi che viene mia madre e ho la casa che fa schifo. «Sbrigati,leggi »

C’è sempre una volta di troppo. Mia madre, prima di andarsene a morire da sola, continuava a parlarmi di Trieste. Non ci sono mai stato, e non mi ricordo di averlo mai desiderato. Non particolarmente. Ma mi piaceva ascoltarla. Mi pareva quasi di sentirlo l’odore di questo mare così lontanoleggi »

A me piacciono le bande, quelle di paese. Mi piacciono perché si muovono ordinate – a volte no – come una pacata onda che ti avvolge la mattina presto su qualche spiaggia solitaria e ti fa sentire un po’ sabbia, un po’ mare, un po’ vento, un bel po’ parteleggi »

Dopo il dolce si alzano da tavola – il fulgore scomposto di cristalli e argenteria, i tovaglioli spiegazzati – e si accomodano sui divani, nella luce resa morbida dai paralumi delle molte lampade. «E così questo Natale niente St.Moritz?» chiede Eugenia accavallando le gambe. «Niente» conferma Camilla «Andiamo a Bangkok.leggi »

Nel flusso la mattina camminavo veloce. Borsa piena, cose da fare. Biglietto, tornello, aspettare, salire, le porte chiuse. Aggrapparsi gli appositi sostegni. Musica nelle orecchie. Non vi sento ma vi guardo. Chissà cosa pensate, chissà a che ora vi siete svegliati, chissà dove sono i vostri figli: come erano stamattina,leggi »

“La maestra di Sant’Ermete delle volte, il pomeriggio si chiude in camera e accende una Giubek Non fuma. Sdraiata sul letto la guarda consumarsi. Le piace l’odore. Delle volte le viene da piangere” Raffaello Baldini – Piccola antologia in lingua italiana *** Per tutti era solo “la maestra”. Non c’eraleggi »

La Espera (Microrrelato inspirado en Arte Callejero ) Espera. Sin hacerse muchas preguntas, porque le dijeron que pronto volverían a rescatarlo y, aunque el hilo de la esperanza se haya roto hace incontables noches, él sigue allí. Continúa asido a lo único que conoce, a su única certidumbre, a eseleggi »

«Viola.»«Viola?»«Li voglio viola.»La parrucchiera, novella strega, apre il librone delle formule magiche e picchietta col dito contro un ciuffo di capelli finti bordeaux.«No, questo è bordeaux. Io voglio questo» e a mia volta picchietto contro un ciuffo inequivocabilmente viola.Lei annuisce. Apre tubetti, spreme, mescola, trita, impasta, sminuzza, posa, lava, asciuga.Ammiriamoleggi »

Mi chiamo Maurizio, ma tutti mi chiamano Max. Mi piace firmarmi Xam. Ormai sono sei anni che non lavoro più. La mia vita ha assunto un ritmo piacevole. Vivo con mia mamma di novant’anni e la sua badante. Sarina. Bella, bellissima. Un fisico da pin up e un cervello daleggi »

Giovanna andava al mercato. Come tutti i giovedì. E, come tutti i giovedì, si era fermata alla bancarella dei lupini. Le piacevano i lupini. Da quando era piccola. Le piaceva sbucciarli con i denti, succhiarne l’interno, stringerne la polpa. (C’era stato un periodo in cui di lupini non se n’eraleggi »