Paturnie di Daniela Scudieri

Dopo il dolce si alzano da tavola – il fulgore scomposto di cristalli e argenteria, i tovaglioli spiegazzati – e si accomodano sui divani, nella luce resa morbida dai paralumi delle molte lampade.
«E così questo Natale niente St.Moritz?» chiede Eugenia accavallando le gambe.
«Niente» conferma Camilla «Andiamo a Bangkok. È ora che i bambini imparino che non c’è solo la neve a questo mondo. Che imparino cos’è una metropoli asiatica».
«Dubai» Federico, il nasone calamitato dal passaggio di un piatto di cioccolatini, riacchiappa al volo l’argomento con cui ha tenuto banco a cena «da me a Dubai sciereste sotto i grattacieli, ve l’ho detto».
Il ghiaccio tintinna nei bicchieri. Scotch, il siberiano color whiski, di colpo smette di leccare educatamente di piatto in piatto gli avanzi di pandoro e crema – «il suo dolce preferito» ha spiegato Camilla –, salta giù dalla tavola e sparisce di là. Camilla spiega che è appena diventato padre, ha perpetuato la dinastia con la siberiana di una coppia di amici. La descrizione del bouquet che lei e Alfredo hanno fatto recapitare alla puerpera strappa esclamazioni deliziate.
Intanto, di là si sentono misteriosi trapestii.
«E gli altri si sono nascosti?» Osvalda addenta una pralina fingendo disinvoltura. Prima, togliendosi il cappotto nell’ingresso, ha incrociato lo sguardo sommerso nel pelo di Sigfrid, che le ha lasciato addosso una sottile inquietudine.
«C’è qualcosa che li agita stasera» ammette Camilla. Un’ombra guizza in corridoio. Isolde, i cui acuti di soprano per tutta la durata della cena si sono sovrapposti al tintinnio delle posate, sta acquattata sotto i cuscini di una poltrona. Spunta solo lo strascico nero della coda, oscillante come un pendolo. E Wilhelm da un ripiano della libreria alza la testa facendo balenare i denti.
«Ma non rovinano i mobili?» si informa Eugenia per non mostrarsi impressionata.
«Niente affatto: basta tenergli le mani ben curate».
Vengono interrotti dai bambini, che hanno cenato per conto loro in cucina ed entrano in pigiama a dare la buonanotte.
«Stanotte passa il topo del dentino» annuncia Guglielmo aprendo la bocca a mento sollevato per mostrare la finestrella, tra le felicitazioni generali.
«Certo che li avete resi proprio umani» riprende Federico, complimentandosi.
Guglielmo non riesce a dormire. Il dentino, nel piatto di porcellana sul davanzale, lo tiene in apprensione. Uno sguardo ai grappoli di pupille fosforescenti che si avvicinano aspettando. Un pensiero al topo del dentino che deve passare per lui, tra poco…
«Mamma!» Quando Camilla si decide finalmente a comparire la attira a sé stringendole forte le braccia al collo, le bisbiglia qualcosa.
«Non essere sciocco» fa lei sbrigativa, liberandosi dalla stretta. Le paturnie dei bambini!
Guglielmo non sente le parole che la madre pronuncia tornando tra gli ospiti, ma solo l’esplosione di risate che segue. Chi gli darà retta? Nel letto di sopra, la sorellina dorme beata.
Può solo sperare di tenere a freno, con la forza del respiro, il cerchio di pupille in agguato.

©Daniela Scudieri, 2020

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