scrittrice (Page 19)

SCRIVERE Scrivere può essere un atto di coraggio verso se stessi, soprattutto. Uso il dubitativo perché francamente non ho risposte in merito, perlomeno non le ho certe. Scrivere rappresenta anche tante altre cose e ciascuno che scrive ha la propria, valida sempre e comunque per sé. Insomma, comunque la sileggi »

Il primo giorno stava bene. Era tutto normale, come se non fosse accaduto niente. Anzi, si sentiva sicura di sé e in gran forma. Sua madre le chiese se si fosse misurata la febbre. «Non hai un bell’aspetto. Sembra che tu abbia appena ammazzato qualcuno.» Lei non disse niente, sileggi »

«Raccontami una storia. Stasera ne ho bisogno.» «Si ha sempre bisogno di una storia. O almeno dell’inizio.» «A quelli che hanno fantasia basta l’inizio. Io non sono brava a creare. Lo sai. Comincio tante cose che poi lascio in sospeso, ma le storie… quelle le ascolto. Sono brava ad ascoltare.leggi »

Corde

La canapa scorre, scabra. Il tuo è il gesto lento di chi sa come fare. Hai delle belle mani, non te l’ho detto. Non c’è stato tempo, prima. «Ora bendami.» «Gli ordini li impartisco io, hai dimenticato?» «Scusatemi, Signore.» La benda è seta sui miei occhi. Sono cieca: fuori dalleggi »

Dice che la vuole tutta nuda. Sara si spoglia senza fiatare. Accenna un sorriso che nessuno può vedere perché è buio. Ha mal di testa, ma la parola esatta sarebbe “stordimento”. Forse “confusione”? No, “stordimento”. Ha la fissa per il lessico, Sara. Deve sempre cercare il termine che descrive unaleggi »

I pantaloni gialli, la camicia blu. L’uomo era fermo, appoggiato alla ringhiera di ferro: moderno tubolare coi tiranti d’acciaio, si allungava dividendo la terra dal mare, dividendo la gente vestita da città da coloro che in spiaggia avevano deciso di giocare a crederci all’estate infinita. Anche l’uomo pareva crederci. Ileggi »

Manco. Manco a me stessa. Smarrita. Scomparsa. Mi guardo allo specchio. Quel volto diafano, incavato, che negli ultimi giorni sembra essersi allungato come un orologio di Dalì, non sembra quasi più mio. La scorsa notte l’ho sognato avvolto di ragnatele. Non ero io. Ma ero io. Non capisco: perché ricordoleggi »

“Au premier temps de la valse…” si era staccata. Per caso, perché, in verità, non riusciva a seguire la musica. “Au deuxième temps de la valse…” volteggiava secondo un lento ritmo interno, felice di potersi finalmente muovere e di godere libera della brezza. “Au troisième temps de la valse…” raggiungevaleggi »

Cosa ha rappresentato per te l’esperienza del piccolo museo della Poesia a Piacenza? Il museo, avamposto di un manipolo di idealisti di cui mi glorio di far parte, è una parte molto importante della mia vita, soprattutto in questi giorni in cui siamo a rischio chiusura per mancanza di fondileggi »