Nicoletta Vallorani (Page 3)

Insegna Letteratura inglese all’Università degli Studi di Milano. Ha scritto, dal 1990, romanzi e racconti di fantascienza, noir e anche per bambini, facendo il suo esordio con il romanzo noir cyberpunk del 1993 Il cuore finto di DR (Mondadori), vincitore del premio Urania.[1] Con Lapponi e criceti (2010) è stata finalista nel 2011 al Premio Bagutta e al Premio Asti d’Appello.[2] Alcuni dei suoi romanzi e racconti sono tradotti in Francia da Gallimard e nel Regno Unito da Troubadour Publishing.
Fa parte del collettivo Cailín Óg che ha scritto il romanzo fantasy postapocalittico Hope – L’ultimo segreto del fuoco (Salani). Lo pseudonimo è formato da Cailín Óg 2 (o Cailín Óg Red) alias del giornalista scrittore Mauro Garofalo, e da Cailín Óg 1 (o Cailín Óg Blue) alias di Nicoletta Vallorani. L’identità del collettivo è stata rivelata durante Bologna Children’s Book Fair 2014. In ambito saggistico, ha curato la raccolta di saggi Dissolvenze. Corpi e culture nella contemporaneità (2009, Il Saggiatore). Ha inoltre curato e tradotto testi di Jack Kerouac, Derek Jarman, Iain Sinclair, Will Self. È tra le socie fondatrici dell’associazione di donne Tessere Trame. Per l’Università degli Studi di Milano dal 2006 cura Docucity – Festival di cinema documentario. Dal 2012 collabora con Il Fatto Quotidiano on-line con un blog di approfondimento su temi socio-culturali.
Le sue rubriche:
Lettere politiche
Il passo del bradipo (ovvero le avventure d brady)
Dislessico famigliare

CIRCENSES Lei ha 60 anni, la figlia 25. Sono diverse, ciascuna dotata di una sua peculiare attrattiva, che in entrambi i casi si colloca in uno spazio intermedio tra il radical-freak e la discarica. L’età, probabilmente, fa la differenza nei risultati. Passeggiano osservando l’estetica rifatta della Milano da bere inleggi »

ANIMALI Vuole essere bella ed elegante. Ha sessant’anni, una figlia venticinquenne che vive all’estero, un desiderio esagerato di piacerle, una sorella cinquantacinquenne che sa sempre quel che è giusto fare e la necessità di vestirsi in modo adeguato. Specie ora, ora che stanno per uscire tutte e tre insieme. Èleggi »

NON PERDERSI DI SPIRITO 89 anni, capelli rossi, un’ostinata indipendenza che ha indotto la nonnina a non legarsi mai a nessuno, a non coltivare ansie di matrimonio, a vivere serenamente una vita intera senza figli e con soli nipoti e a guardare il genere maschile con una punta di distaccataleggi »

PUNTI DI VISTA Clinica di un certo livello: non lussuosa, ma ragionevolmente accogliente e dipinta in colori che dichiarano senza mezzi termini che questo NON deve sembrare un ospedale. La paziente ha 90 anni suonati e ha subito una piccola operazione. L’hanno appena riportata in stanza, depositandola sul letto eleggi »

COMPAGNIE PREZZOLATE Novant’anni la madre, sessanta la figlia. Quando hai ancora una madre a sessant’anni, uno dei molti effetti collaterali è che non riesci a pensarti come un’identità autonoma. Un altro è che quella che continua a essere per te una persona rivestita di una certa autorità ha la saggezzaleggi »

CHI DORME NON PIGLIA PESCI Nonna novantaduenne e figlia sessantacinquenne, single (anche se lei si definisce zitella) e festosamente designata dai fratelli come “curatrice primaria” della vegliarda. Donna straordinaria, quest’ultima, anche se gloriosa straccianervi, abituata a essere sempre al centro dell’attenzione. Dormono in stanze separate, nella stessa casa, anche seleggi »

LA FUGA Nel ristorante, la nonna, 89 anni suonati, è incorniciata dalle sue figlie, 55 e 58 anni, che adorano prendersi cura di lei. Non è proprio “cura”: forse sarebbe più corretto parlare di “vendetta”: dopo aver subito istruzioni, consigli, insistenze, indicazioni per circa 50 anni e più, ora leleggi »

BOH Due ottantenni, affiancati in due lettini d’ospedale, in reparto cardiologia. Uno è piccolo, emaciato, ridotto all’essenziale del suo essere, del tutto rilassato in una condizione ospedaliera alla quale deve essere del tutto abituato. L’altro è più corpulento, si agita, e ostenta un’ansia da novizio. Tutti e due stesi, nell’inanitàleggi »