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 La rabbia giovane (Badlands), 1973 – di Terrence Malick Ne La rabbia giovane di Terrence Malick si dispiegano, in assoluta libertà, i tratti caratteristici ed immanenti del suo cinema: la voce narrante, sospesa tra sogno e laconico distacco; la violenza dei comportamenti umani, a contrasto con l’incanto del mondo naturale; le deviazioni improvviseleggi »

Una vita al massimo – True romance di Tony Scott (1993) Rompendo il cliché hollywoodiano secondo cui il matrimonio è l’inizio della fine ed il preludio ai titoli di coda, Tarantino (qui alla sua prima sceneggiatura) inizia il suo racconto con un matrimonio, per quanto bizzarro; una materia in genere poco attraente eleggi »

 Il grande sonno (1946) di Howard Hawks Il più influente film noir mai realizzato ad Hollywood assieme a Il mistero del falco da cui però prende le distanze sia per le atmosfere che i tratti stilistici, Il grande sonno è un’opera che trascende le intenzioni del regista Howard Hawks e dello Studio (Warner Bros); un film sublime perchè riesceleggi »

Gangster story, di Arthur Penn (1967) Scritto da due giornalisti americani per Truffaut, sulla base della vera storia di due gangsters trucidati negli anni ’30, GANGSTER STORY venne poi realizzato da Arthur Penn che con passione lucida traspose nel film la ribellione immatura e sofferta della giovinezza, e il disadattamento sociale che ne scaturisce. Ileggi »

 Hong Kong Express, di Wong Kar Wai Vuoto amoroso e calma disperazione nel caos del quartiere di Chunking. Il “poliziotto 663”, tradito dalla sua fidanzata hostess, è immerso nella tristezza di un quotidiano svuotato e velato di rimpianto. 663 (un magnetico Tony Leung) fa della mancanza la sua compagna malinconica.leggi »

Grease, di Randal Kleiser (1978) 1978: nell’anno in cui Cimino comprime le angosce di una generazione ne Il Cacciatore, e Carpenter insinua il male nella tranquillità dei sobborghi in Halloween, si innesta il sogno consolatorio di Grease, supermarket anni ’50 di colori caramella, sentimenti vergini e orizzonti puliti. Diretto senza sottigliezze da Randal Kleiser, cheleggi »

 Un libro d’amore La lettera, stavolta, è di Rainer Werner Fassbinder. L’ho ritrovata in uno dei miei primi libri sul cinema – ho sempre nutrito interesse per il cinema raccontato dai registi, più che dai critici. La trascrivo qui, per i lettori di Sdiario, perchè Fassbinder, nel descrivere i filmleggi »

Bus stop di Joshua Logan (1956) La sfortunata Cherry, cui Marilyn Monroe dà vita in Bus Stop, è l’emblema di un cinema ipnotico ed emozionale: ne è il corpo ed il sussulto sentimentale, l’incarnazione della favola che il regista Joshua Logan mette in scena creando un apparato estatico che circonda l’animaleggi »

Emanuelle in America di Joe D’Amato (1976) Emanuelle in America è tutto ciò che al cinema non si può più fare, sepolto da decenni di buone intenzioni, di impegno sociale, di politica che ha “responsabilizzato” i nostri autori (o presunti tali) costringendoli a un cinema anemico, investito di senso, e profondamenteleggi »

Dial M for murder (Delitto per delitto) di Alfred Hitchcock (1954) Che il cinema di Hitchcock non abbia mai smesso di ispirare i registi successivi non è un mistero; dagli omaggi dichiarati di De Palma ed Argento, al recente esempio di Polanski che in Carnage riprende filologicamente il “testo” hitchcockiano di Dial Mleggi »