viviana gabrini (Page 10)

Le storie oltre il cancello Il vialetto della vergogna esiste ancora: pochi metri fra il trafficato viale Repubblica e i cancelli che si aprono sulla severa struttura neoclassica del manicomio di Voghera. Lo chiamavano così perché era una vergogna percorrerlo: significava avere parenti rinchiusi lì dentro. Inaugurato il 1° dicembreleggi »

Perdona il messaggio sul vassoio di uramaki e il macello che ti lascio in casa, ma tu non sei mai puntuale – riunione di lavoro, immagino! – e io ho finito la pazienza. Lascio le chiavi e cinquanta euro nella cassetta della posta, spero bastino per le pulizie. Ci holeggi »

La macchina corre veloce verso la montagna. Lei allunga una mano e stringe la sua. La guarda: è grande, larga, calda, rassicurante. Le vene in rilievo formano un reticolo verde scuro che si intravede sotto pelle; ha sempre amato le sue mani. Le ha viste trasformarsi negli ultimi quarant’anni. Unleggi »

Giro per casa solo quando non c’è nessuno. Mio padre sa tenere le distanze, invece da mia madre devo stare alla larga. So che potrebbe prendermi alle spalle e stringermi. Non sopporterei le sue mani. Uscirò di casa solo quando avrò la certezza che agli esseri umani sono cadute leleggi »

Ragazzo a gettoni seduto sulla mensola proprio come un giocattolo ma lo accendo e prende vita gioia automatica è per questo che voglio un ragazzo a gettoni. Silenziosa, scivolo fuori dal letto: i piedi appoggiano sulla moquette rossa e non fanno rumore. Le lenzuola, bianche, odorano di ammorbidente alla lavandaleggi »

La piazza è illuminata dalla luce radente del crepuscolo che tinge di viola gli alberi e le case. L’aria è tiepida, quasi un assaggio di primavera che dà coraggio alle persone e le spinge fuori casa come le lumache dopo la pioggia. Spuntano i primi sandali, le minigonne svolazzanti, leleggi »

E dei caduti che facciamo? Perché sono morti? Io non saprei rispondere. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti e soltanto per loro la guerra è davvero finita. Cesare Pavese, La casa in collina Pietro Manni. Quando Irma lo vide il suo cuoreleggi »

Le stazioni ferroviarie sono microcosmi, si sa. Passaggi obbligati, crocevia di rette che si intersecano per un attimo o forse più, prima di continuare la propria corsa. La donna mora ogni giorno siede ai piedi del tabellone degli arrivi e delle partenze, che ormai nessuno consulta più. Ha una bellezzaleggi »

“Il tuo più tenue sguardo facilmente mi aprirà benché abbia chiuso me stesso come dita sempre mi apri petalo per petalo” La punta acuminata e metallica sfiora la mia fronte e io, di riflesso, sorrido: la sensazione, quasi impercettibile, di freddo contro la pelle accaldata dall’eccitazione è piacevole, così comeleggi »

Irene, adesso cerca di calmarti e smetti di fare l’isterica.» Il mio tono avrebbe voluto essere fermo e deciso ma riuscii solo a innervosire ancora di più mia moglie che riprese con la tragedia greca: «Ci toglieranno nostra figlia! Avranno già avvertito i servizi sociali! Ne dichiareranno l’adottabilità!» Se c’èleggi »