Nel mio corpo

Nel mio corpo
si annida un dolore
che è casa di ogni dolore
che partorisce se stesso
nelle mani
nella testa
dentro gli occhi
sulle gambe.

Nel mio corpo
fragile arreso pieno cavo
silente canterino
si coniugano tutti i verbi del mondo.

Nel mio corpo
che attraversa l’aria
e l’acqua
che sceglie quando fermarsi
che subisce gli schiaffi
dolenti di chi ha perso
ogni inibizione.

Nel mio corpo
attraversato da mille tempeste
come una nave
che ha perso la rotta.

Nel mio corpo
risuonano le voci
di milioni di altri corpi muti
sparsi nel tempo
dimenticati nella Storia.

Nel mio corpo
senza descrizione
che mi collochi
in una teca disumana
vivono uomini donne
mescolati alla rinfusa
senza inizio e senza fine
libera di essere ciò che sono.

Nel  mio corpo
testimone dell’assenza di alcun dio
piango le mie parole mute
preghiere senza templi
che non siano le mie mani
giunte verso un cielo
vuoto e sereno.

Nel mio corpo
si raccontano storie
che passano dal cuore
al cervello
dalle orecchie alla bocca
in un rincorrersi infinito.

Nel mio corpo
ogni cosa è fuori posto
e pezzi si son persi
come i nomi di tutti quei corpi
che abbiamo voluto dimenticare.

Nel mio corpo
e nel vostro
i contratti si fanno con il sangue
e la vita come la morte
arrivano in silenzio
oppure urlando
ma arrivano sempre.

Nel mio corpo
io giaccio incompleta.

© Barbara Garlaschelli, 2020
© immagine di copertina di Beppe Devalle

La ballata è apparsa nel numero 24/2020 della rivista online Altre Modernità che ha dato il permesso per la pubblicazione della stessa in Sdiario. Si ringrazia la prof. Nicoletta Vallorani, journal manager di AM, per la disponibilità.
Link: Altre Modernità, rivista di studi letterari e culturali

Barbara Garlaschelli

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