Schegge

In questi giorni ho le lacrime in tasca, come diceva mia madre. Sono diventato uno di quei vecchietti catarrosi che sovrappongono accessi di tosse e naso che cola, mimetizzando le lacrime nel raffreddore. Mi vengono gli occhi umidi per niente: la scena di un vecchio film, una frase colta perleggi »

Lo sapevo che non dovevo bere. Quando bevo perdo la lucidità, mi scappano parole – e gesti – di cui poi mi pento. Ma è stato lui, Renzo, che mi ha tirato la volata. Era già al terzo o quarto Spritz (me l’ha detto lui), prima delle due birre bevuteleggi »

Foto di eko pramono da Pixabay

Quando mamma ha chiuso la porta mi sembrava proprio buio buio, dovevo stare ferma per non sbattere contro le cose e non rompere niente e farmi male. Poi, piano piano gli occhi si abituano e incomincio a vederci almeno un po’. La striscia di luce che passa da sotto laleggi »

Mi dispiace tanto, non l’ho fatto apposta, davvero. Ero ubriaco, chiaro. Era il mio compleanno, la giornata era quasi finita e non avevo festeggiato un cazzo. Ero lì da solo, a guardarmi intorno senza vedere e a cercare di non pensare. Ma l’occhiata di disprezzo di Linda che usciva sbattendoleggi »

È andata come doveva andare, tutto qua. Perché la vita qua è accussì che va, lo sapete pure voi, avvocà. Non è che puoi scegliere tanto, anzi, non puoi scegliere proprio un cazzo, scusate la parola. Ammeno che vuoi essere n’omm ‘emmerda pure tu, come tanti altri: faticare da matinaleggi »

Foto di Simon Berger – Da Pexels Babbo Natale è stanco. Ha freddo, sete e gli fanno male i piedi. Sono quasi dieci ore che sta in piedi nella poltiglia grigiastra che stamattina era neve, davanti alla porta automatica del supermercato. Un ciuf ogni trenta secondi, uno sbuffo di caloreleggi »

Carrello della spesa di notte

Nella strada quasi buia, il vecchio dalla pelle scura spinge un carrello da supermercato lungo il bordo del marciapiede. Il sole ormai se n’è andato e l’aria si è fatta fresca. Il carrello ha una ruota difettosa, sobbalza di continuo e scivola di lato, con un toc sonoro che sileggi »

Lui me lo diceva sempre, che mi amava. Tutti i giorni, tutte le notti, tutte le ore che passavamo insieme. Lo diceva così spesso, che ho finito per crederci anch’io. Nonostante. Nonostante le botte, le cattiverie, le male parole, le piccole crudeltà di tutti i giorni, come negarmi il permessoleggi »

Finestra con pini e neve

I capelli grigi sciolti sulle spalle, la fronte appoggiata allo stipite della finestra, la donna scosta la tendina con una mano diafana, dalle vene azzurre in rilievo. Il vetro è appannato, le viene voglia di disegnarci sopra con l’indice, come faceva da bambina. Appoggia il dito sul vetro gelato, traccialeggi »

È buio, qui. E c’è un sacco di silenzio, adesso. Prima, no. Prima c’erano tutti quei rumori, e quegli urli. Mi davano fastidio, quegli urli. Mi rintronavano nella testa, anche se mettevo le mani sulle orecchie. Ho provato a dirgli di smettere, ci ho provato, ma non è servito aleggi »