Schegge (Page 2)

È buio, qui. E c’è un sacco di silenzio, adesso. Prima, no. Prima c’erano tutti quei rumori, e quegli urli. Mi davano fastidio, quegli urli. Mi rintronavano nella testa, anche se mettevo le mani sulle orecchie. Ho provato a dirgli di smettere, ci ho provato, ma non è servito aleggi »

Quando l’uomo scende dal letto, la solita molla si fa sentire. Uno schiocco insolente nell’aria già calda del primo mattino. Volta veloce la testa verso il letto. Lei non si è mossa. È coricata sul fianco, un braccio lungo il corpo, la mano rovesciata con le dita sottili a concaleggi »

Fuori è tutto bianco, si vede solo neve da tutte le parti. Anche gli alberi sono tutti bianchi e carichi, ogni tanto qualche ramo per il peso viene giù, fa un crac forte e poi uno sploc molle, quando affonda nella neve alta. Perché la neve pesa un casino. Loleggi »

A svegliarmi è il silenzio. Assoluto, perfetto. Troppo perfetto. Niente sferragliare di tram, niente urla di ubriachi o stridere di freni. Un silenzio assordante, che non so perché, ma mi angoscia. Aguzzo le orecchie, ma dalla strada nessun suono, neanche il frusciare del monopattino di qualche nottambulo o il romboleggi »

Arriva mentre il sole sta andando giù. Cammina adagio, i passi corti e meticolosi di chi non è abituato, uno dopo l’altro sulla ghiaia che scricchiola, la testa finalmente leggera, dopo tanti anni di silenzio e pasticche, in quel posto così bianco. Si ferma un momento vicino alla fontana, lascialeggi »

Le ultime strisce di notte si sfarinano lente sopra i tetti, un sole guardingo fa capolino tra i comignoli della casa di fronte, ma l’aria è umida e gelata, si infila sotto il pigiama e mi raffredda la schiena.Il cuore è già freddo di suo.Piegato in avanti, i gomiti puntatileggi »

  Sei del mattino. Il sole debole di aprile si insinua tra i platani spogli del viale, fino al finestrino semiaperto e alle mie dita che tamburellano nervose sul volante. Seguo con occhi distratti le volute azzurre di fumo risucchiate fuori dalla fessura. Sono qui da quasi mezz’ora e Gioleggi »

Marylou è appena arrivata in posizione alla pertica tra gli sguardi distratti dei camerieri che la tirano lunga passandosi uno spinello davanti alla porta della cucina, i grembiuli bianchi corti sui pantaloni neri. La nuvola di fumo non si taglia ancora con il coltello e giù in fondo c’è illeggi »

Tutto sommato non è stato granché. Un po’ di sangue qua e là, ma neanche troppo, qualche lamento subito soffocato dall’ultimo colpo alla nuca, venti secondi di tremito sul parquet del soggiorno e via, tutto finito. Più veloce di una sigaretta. E poi dicono che ammazzare è un’esperienza terribile, unaleggi »

Allungo la mano con lentezza, le dita tra le cosce fasciate dalle autoreggenti nere, guardo verso la webcam con occhi languidi e sbatto due o tre volte le ciglia finte, labbra socchiuse e lingua che fa capolino. Senza occhiali non ci vedo bene ma capisco che la lucetta rossa èleggi »