Che il nostro panorama jazz sia tra i più apprezzati a livero europeo e mondiale è un fatto assodato, ma quello che stupisce è il numero di talenti che annualmente pubblicano il loro disco d’esordio. Un ricambio generazionale che conforta soprattutto perché al di là della tecnica, che diamo per scontata visto che di jazz si parla, a stupire è la creatività e la capacità di conciliare tradizione e innovazione attraverso la contaminazione di generi.
La proposta di oggi si riallaccia a quanto scritto sopra e farà felice tutti coloro che amano le sonorità e le atmosfere che disegna il sassofono. Il titolo dell’album Ego Taming e a firmarlo è il Davide Intini Quartet e, come tutti gli esordi, lo si può considerare sia un punto di arrivo sia un punto di partenza. Le composizioni di Ego Taming sono infatti la summa delle esperienze umane e artistiche del giovane sassofonista milanese. Esperienze che non sono poche e che maturano sia nel vecchio continente sia a New York ovvero in uno dei cuori pulsanti della cultura jazz. I dieci brani che compongono l’album sono tutti originali anche se in controluce i più esperti ne sapranno cogliere la matrice e apprezzarne l’originale riproposizione.
Ego Taming tradotto in italiano suona più o meno come domare / limitare l’Ego e fotografa al
meglio lo spirito che anima l’intero album e quelli che saranno gli intenti futuri, visto che il quartetto, che si completa con Diego Albini al pianoforte, Enrico Palmieri al contrabbasso e Alfonso Donadio alla batteria, sta già lavorando a brani nuovi. Questa recensione viene pubblicata su un blog di scrittori e lettori quindi il mio consiglio è quello di farlo diventare la colonna sonora delle vostre letture. Le parole si fermano qui e lasciano spazio all’eleganza delle note di Zone In.
©Fortunato Mannino
Diego Albini
Enrico Palmieri
Alfonso Donadio
BlueArt Promotion
Rosario Moreno