Rubriche

Quanto devi scontare? Altri dieci anni di reclusione corporale. Per un’anima non sono molti dieci anni. Lo so. E hai pensato a cosa farai dopo? Una volta uscito, dici? Ma, guarda, per dire la verità non ho ancora deciso niente.Allora, tieni questo biglietto da visita. Quando sarai fuori, chiama questoleggi »

Non siamo sempre forti giovani e performanti non siamo uno spot un post sui social una coccarda sul petto Siamo la meraviglia dei nostri tentativi delle pessime versioni i rattoppi i fallimenti Arlecchini sulla scena della vita Possiamo uscire dall’algoritmo stupendolo cambiando strada/vita/argomento le gabbie in cui ci mettiamo hannoleggi »

  In ricordo delle staffette partigiane. Donne con tanta paura e indomita volontà di essere libere.       Resiste dentro il gelo che taglia le mani e screpola le labbra.   Resiste nella goccia di sangue che scivola lungo la schiena nuda colpita da una dieci cento nerbate.  leggi »

Il giorno in cui morì zio Guglielmo pioveva a dirotto. Era un lunedì di un settembre travestito da novembre e il grigio sembrava aver ammantato l’intero paese e la campagna circostante.Anche il giorno del funerale, l’acqua continuava incessante a riversarsi da un cielo cupo di nubi dense e gravide.Zio Guglielmoleggi »

Ogni volta che siamo liberi di scegliere e votare è 25 aprile Ogni volta che la società protegge il debole è 25 aprile Ogni volta che raggiungiamo un nuovo traguardo nello studio e nel lavoro è 25 aprile Ogni volta che la nostra dignità di uomo di donna viene rispettataleggi »

«Scappa!».La voce le arriva in un soffio, la strappa dall’irrequieto dormiveglia in cui è piombata.(Da quanto? Non lo sa, ha perso la cognizione del tempo).Prova a muoversi sul tavolaccio di legno sul quale è stesa e un dolore lancinante quasi la taglia in due.La voce si fa più perentoria: «Scappa,leggi »

Torino Aprile 1945

Così, è qui che è successo. In piedi sul sagrato della chiesa, i capelli scuri arruffati dal vento, Aldo si guarda intorno, stretto nella giacca grigia troppo leggera, nei jeans troppo sottili, i piedi già gelati nelle scarpe di tela. E gli avevano detto che a Torino ormai era primavera.leggi »

Dondolo, com’è normale per un impiccato, anche se in giugno a Praga è bellissimo e pare che la vita non debba mai finire. Ho ancora un attimo di tempo e in quello capisco come funziona  la morte: il ricordo diventa un filo di bava luminoso, ti prende per mano e tileggi »

«Lascia stare quella bottiglia! Ti tagli!»La voce di mia nonna ancora la ricordo bene. Anche se lei è da un po’ che non c’è più.«Come faccio a tagliarmi, mica è rotta?» le rispondo. Ho solo sei anni.«La stringi troppo forte e poi quella si rompe…»Le cose che non ti vengonoleggi »

Sono stata liberata e l’ho saputo bambina da chi ha ascoltato fischiare il vento. Come in una fiaba inventata in fretta, l’ho saputo da chi le scarpe rotte ce le aveva ancora ai piedi. Sono stata liberata, quindi, e così ho ascoltato i Pink Floyd e Nick Cave, ho vistoleggi »