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Sprofondato nel lettino dell’ospedale, il corpo di Pina appare fragile e inerme: fili e tubicini sembrano attraversarlo, mentre una mascherina le copre parzialmente il viso.Le infermiere si avvicendano silenziose, mentre il medico del turno del mattino ha confermato l’infarto. La prognosi non è buona: nessuno si è ancora espresso conleggi »

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Maria Salinelli, 3.05.1915-30.03.2010 Ci siamo quasi, pensò, e con gesto leggero sistemò le pieghe della gonna che le ricadevano sulle gambe magre e gonfie allo stesso tempo.Nervosa?No.Indispettita, leggermente.Si guardò attorno per accertarsi di non aver dimenticato nulla: le piaceva essere precisa e meticolosa, ai limiti della pignoleria.Odiava la sciatteria eleggi »

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Anna Martinenghi

Non tiene nemmeno gli orecchini quando lavora. Resta nuda.  La maggior parte delle volte non ha nemmeno la testa. È una cosa che le piace moltissimo. Si riconosce in mille angolature: le clavicole sporgenti, le braccia magre, lo sterno prominente.  Quasi nessuno disegna il volto e chi lo fa accennaleggi »

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Non so fare la valigia. Viaggiare è una delle cose che amo di più, ma non ho mai imparato cosa portarmi dietro. Se dovessi farla per Elena, non sbaglierei un colpo: il tubino nero, un paio di scarpe spavalde di quelle su cui lei vola, un altro paio – stavoltaleggi »

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“Lettere d’amore per chi ne ha bisogno”: i raggi di un sole obliquo e autunnale colpivano e mettevano in risalto la scritta bizzarra di un’ insegna in ferro battuto che non nascondeva i segni del tempo.“Strano – pensò l’uomo – passo sovente per questa via eppure è la prima voltaleggi »

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Prima ancora del dolore, fu lo stupore: quel colpo violento e improvviso alla tempia la sorprese e solo dopo il secondo pugno sulla nuca si rese conto dei lampi di dolore che le stavano attraversando la testa.La caduta sul pavimento le parve rallentata. Il suo corpo esile produsse un rumoreleggi »

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    (tratto da una storia vera ascoltata al supermercato) «Si può sapere perché in questo supermercato non avete lo yogurt alla vaniglia da 500?» «Non deve chiedere a me, io espongo solo la merce e controllo le date di scadenza. L’assortimento lo fa il direttore…» «Sì, ma io mangio sololeggi »

Addentriamoci nei meandri de Il gabbiano iniziando dalla pagina dei personaggi, una lista con laconiche indicazioni in merito a parentele e professioni: Irina Nikolaevna Arkadina, vedova Treplev, attrice; Konstantin Gavrilovic Treplev, suo giovane figlio; Petr Nikolaevic Sorin, fratello di Irina Nikolaevna; Nina Michajlovna Zarechnaja, ragazza giovane, figlia di un riccoleggi »

Ricordati che il Lunedì di Pasqua sei da me. No, lunedì non posso, sono di suicidio. Ma come, me l’avevi promesso. Lo so, mi dispiace, ma credimi, non ne posso fare a meno. Non puoi rimandare? Anche al giorno dopo. Sai, ci sarà anche Leandro. Pensa che viene apposta daleggi »

La parola progetto è una di quelle che nel corso degli anni ha in parte mutato il suo significato e, in modo particolare in ambito musicale, anziché indicare qualcosa a lungo termine indica spesso qualcosa di estemporaneo e limitato nel tempo. Non per questo gli album hanno minore importanza maleggi »

Io non sono un centro sono un lato una luce sulla pista d’atterraggio una chiave nella cassetta degli attrezzi Non mi trovo importante d’aiuto non fondamentale Quando divento centro non lo so gestire il centro m’inghiotte e ci sparisco dentro Lettura a cura di Viviana Gabrini ©Anna Martinenghileggi »

La Elide si lascia andare contro lo schienale del divano con un sospiro che è stanchezza ed è rassegnazione. Ha la casa piena di gente e fra qualche ora sarà anche peggio ma lo sapeva che sarebbe successo. Socchiude appena gli occhi e cerca di isolarsi ma non le riesceleggi »

Ho sempre saputo che da grande avrei fatto l’evaso. Mio nonno aveva sette gabbie e venti canarini, a casa, mia nonna e tre figlie più in galera degli uccelli. Da allora ho sempre tagliato barriere e recinti margini righe reti da pesca e sono andato e ancora vado non daleggi »

Può capitare che il giorno diventi sera, che il battito del cuore diventi passo lento, che la stanchezza diventi una pialla limata a filo, passata sui giorni, a consumare. Può capitare di spendere tutto o risparmiare anche i sorrisi; di grattare via qualcuno dalla tua pelle come la ruggine. Dileggi »