Sono stata liberata

Ph: Couleur

Sono stata liberata e l’ho saputo bambina da chi ha ascoltato fischiare il vento.
Come in una fiaba inventata in fretta, l’ho saputo da chi le scarpe rotte ce le aveva ancora ai piedi.
Sono stata liberata, quindi, e così ho ascoltato i Pink Floyd e Nick Cave, ho visto Pasolini e Carmelo Bene nella mia stanza, ho assistito alla lotta di Pavese e García Lorca che hanno resistito per me.

Ho toccato le ferite di Frida, incontrato Cassandra nel bosco, viaggiato assieme ad Handke e Marguerite Duras e nessuno ci ha più mandati al rogo.

Sono stata liberata e l’unica cosa che volevo era continuare a viaggiare con loro.
Sono stata liberata e non credo in Dio, ma posso dirlo. Sono stata liberata e vorrei credere in Dio; e anche questo posso dirlo.
Sono stata liberata e posso fare il mestiere che amo, così i miei incubi prendono le forme che vogliono e non sono stipati dentro un manicomio a farsi le flebo.
Sono stata liberata e se mi nascondo è soltanto da me stessa. Sono stata liberata e cammino senza filo spinato, senza bombe inesplose; se mi siedo davanti al mare non ci stanno torri di fumo, nessuno mi fa indossare una divisa, nessuno corre dopo il coprifuoco.
Sono stata liberata quando ancora non c’ero eppure la mia felicità, ogni 25 aprile, è così grande che mi viene da cantare sempre quella canzone fatta di vento e di fischi, quella canzone che aggiusta le cose e le spolvera da questo nero che vedo ovunque, con la pazienza delle bambine o delle sarte.

©Katia Colica

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