Gianni Venturi. Il poema della balena spiaggiata

Gianni Venturi: l’Amore come archetipo

Tornare a scrivere di musica nel giorno in cui nel mondo si celebra la Giornata mondiale della Poesia e farlo su Sdiario, blog che raccoglie tante importanti firme, è una grande soddisfazione personale. Racconterò la più ineffabile delle arti che, in questo periodo storico, subisce come tutte le altre un affascinante processo di contaminazione. Un percorso nuovo che guarda al futuro ma che trae forza da tutte le belle esperienze fatte in passato. Ed è proprio dal quel passato oggi presente che ho deciso di iniziare questo mio nuovo viaggio.

Uno dei personaggi più affascinanti del nostro panorama musicale è Gianni Venturi. Poeta, scrittore, musicista, cantante è una delle poche personalità che definisco Artista. Nel suo variegato percorso artistico bellezza, cultura e ricerca s’intrecciano e si sublimano in composizioni che mettono a nudo sia la drammaticità del nostro tempo sia la complessità di un sentimento qual è l’Amore. Ed è l’Amore, da intendersi come archetipo, il fulcro o se si preferisce il motore che muove la composizione. Le atmosfere del suo ultimo album Il poema della balena spiaggiata si possono intuire guardando la copertina: un uomo grasso, volgare, con lo sguardo ebete è ritratto in mezzo al mare di rifiuti che produce e sullo sfondo… Il nulla. Gli undici brani raccontano di una società occidentale egotica, cinica e sempre più incapace di pensare. L’atrofizzazione del pensiero sta cancellando inesorabilmente, giorno dopo giorno, il futuro ai giovani, che dovranno sopravvivere in una società iniqua e combattere la violenza di un pianeta impazzito. L’occhio del poeta osserva il crepuscolo, lacrima, la sua voce urla in un deserto di sordi plasmati e ingabbiati dal Cancro Neoliberista.

I pochi sono sempre gli stessi che banchettano vestiti a festa
Sulle macerie della civiltà empatica
Coloro che tacciono sono i ciechi e i sordi di sempre
Coloro che credono sono i fedeli senza nome cifre della massa
E i pochi numeri primi appestano le cliniche psichiatriche
Nudi avvolti da solitudini artiglianti

Un’analisi impietosa del nostro tempo nella quale è ancora possibile scorgere una speranza dietro ogni j’accuse e questa speranza è l’Amore. Un Amore velato di rabbia, velato di tristezza ma pur sempre Amore verso il prossimo e verso Madre Natura. Un Amore che diventa poesia e come tale rivendica anche quel ruolo sociale, che il generale imbarbarimento le ha tolto. Un discorso molto lungo e complesso ma di una cosa sono certo: la poesia sociale, intesa come mezzo per risvegliare le coscienze dal torpore, non è mai morta e Gianni Venturi tra tutti è il più grande.
Il poema della balena spiaggiata è, come la definisce lo stesso autore, poesia sonora considerato
che è lui stesso con la sua voce a creare i suoni che, dopo essere stati modificati con vari effetti, diventano veri e propri paesaggi sonori. Il video che ha lanciato l’album porta la firma del regista Lucien Moreau, con il quale Gianni Venturi sta registrando il terzo capitolo di Moloch ma…
Questa è un’altra storia o forse la stessa storia ma vista da altra prospettiva.

Video:
https://www.youtube.com/watch?v=zTSLC1_jo9A&ab_channel=Gianniventuri

Tag:
Gianni Venturi: https://www.facebook.com/gianni.venturi.773
Lucien Moreau: https://www.facebook.com/lucienmoreau87
PMS Studio Indie Music Label: https://www.facebook.com/pmsstudio

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