Paolo Ganz – Borges, Atahualpa e le magiche lune

L’umanità da sempre guarda alla Natura nel tentativo di trovare risposte a dubbi esistenziali e paure o semplicemente corrispondenze con quelli che sono gli stati d’animo: al cielo affidiamo le speranze, i boschi materializzano le nostre paure, nelle montagne vediamo i nostri limiti e poi… E poi c’è il mare. Il mare è un elemento a sé, è milioni di storie tutte uguali e diverse ripetute da millenni.

Poseidone, dio suscettibile e vendicativo, è tra gli immortali quello che degli umani custodisce più storie. Alcune di queste diventano poesia, altri ricordi, altre le possiamo solo immaginare mentre cariche di terrore s’inabissano per sempre tra i flutti. Storie ora felici ora tragiche ma che si specchiano sempre nel carattere volubile del dio del mare. Raccontare il Mare e le storie ad esso legate non è cosa semplice e per questa ragione è bello incontrare sul proprio cammino un album di grande profondità e raffinatezza come Borges, Atahualpa e le magiche lune di Paolo Ganz. Raccontare in poche righe la poliedrica figura artistica e letteraria di Paolo Ganz non è semplice, posso però affermare con certezza che è tra i pochi a saper cogliere e raccontare i chiaroscuri dell’animo umano nel contesto di una storia. La sua produzione letteraria è molto ricca ma da appassionato di storie della Grande Guerra non posso non citare Scemo di guerra (Nuova Dimensione, 2018). Borges, Atahualpa e le magiche lune è un ritorno alla canzone d’autore ma anche e soprattutto un omaggio al mare. Tra i dieci brani non poteva non esserci un riferimento al viaggiatore per antonomasia: Odisseo. In Il Viaggio si narra infatti del momento in cui Odisseo lascia Ogigia e la bella Calipso per rimettersi in viaggio verso Itaca e gli affetti. Il mare separa e riunisce in egual maniera, è la storia di Odisseo ma anche quella di tutti i migranti che in ogni tempo hanno lasciato la loro patria per un sogno e sognano, prima o poi di ritornare.

E ti vedo ancora lì, abbracciato alla ringhiera
Un occhio ai ricordi, l’altro al mare della sera [
…]

Ti aspetterò in silenzio seduto al tavolo
In cucina
O ingannerò me stesso discorrendo con la ringhiera.

Sono i versi iniziali e finali della title track che è un sentito omaggio al fumettista Ivo Pavone amico e maestro di Ganz. Tante le suggestioni che legano la figura del fumettista italiano al titolo del brano e dell’album. La prima è certamente la collaborazione con Hugo Pratt padre di Corto Maltese e delle mille lune uguali e diverse che possiamo scorgere nei suoi racconti. L’Argentina, terra meravigliosa e contraddittoria che come l’Italia attrae e respinge, ha dato i natali a Borges e ad Atahualpa e ha accolto sia Pavone che Pratt. L’altro denominatore comune è il saper strappare alla realtà storie per poi trasformarle in immagini, canzoni e racconti. Borges, Atahualpa e le magiche lune è un album intriso di vita sublimata in poesia, una poesia che per essere cantata si riappropria anche di strumenti non comuni lasciando in disparte tutto ciò che è elettronica. Un album che ha il profumo del mare e delle sue storie.

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