Meglio niente

Giorgio Morandi

Una mano in tasca non giustifica la solitudine dell’anima. Anche se mi aiuta a spiare il mondo da una finestra socchiusa.
All’esistenza basta pochissimo. Ma la sola idea di una luce non guarisce il tempo. Mette in evidenza oggetti, nient’altro. Poltrona, vaso, telefono, divano, libro, allora, d’improvviso, sono dotati di
vita propria. Sì, prendono vita. Camminano. Corrono. Diventano i miei compagni di gioco. Ma poi mi voltano le spalle.
Rivendicano il loro stato. Siamo solo oggetti, mi dicono. E mi abbandonano. Resto solo. Incomincia l’atrofia. Dell’anima.

Sì, è un inizio di atrofia, mi ha confermato il dottore.

Ma io non posso fare niente?

Io, io, io! Come se questo io servisse a qualcosa, riuscisse a impietosire la fine! Comunque, ciò non toglie che non si possa provare: la lubrifichi ogni mattina con dell’olio di semi di girasole.

Ed eccomi qua, adesso, tutto unto, intento a spiare il mondo da una finestra socchiusa. Aspettando un’idea di luce che giustifichi questa solitudine.

©Davide Marchetta

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