La verità è una delusione

Il diavolo ci mette sempre lo zampino.

Paul Auster la chiama la “musica del caso”. E per carità, sarà un caso o il Caos, la provvidenza o una maledizione, ma quando il destino viene a incassare e tu ti fai trovare all’asciutto, sembra che dietro la tua vita, proprio un passo dietro di te, ci sia nascosto quel Tale che Cioran chiamava il “funesto demiurgo”, proprio così, un demiurgo malvagio che se la ride alle tue spalle.
E allora, che fai? La prima soluzione, quella più facile, è darsela a gambe. Come dice il saggio: “Fuggire è una vergogna, ma ti salva la vita”. E certo, non sarà nobile, ma la paura c’è. Anche se a un certo punto irrompe il gusto inaspettato e segreto della curiosità.
Cosa succede se. Insomma, puoi anche decidere di rimanere fermo lì per vedere come va a finire. Ma la curiosità ha vita breve, brucia in un istante. Perché il destino emette sempre la stessa sentenza: “La verità è una delusione”.
Fino a un minuto prima, un solo secondo prima, non avresti mai potuto credere che. Non è possibile, ti dicevi, che avvenga ora, proprio in questo preciso momento. Quante possibilità ci sono che A spunti nell’esatto istante in cui sta per passare B? Allora, è sufficiente una frazione di secondo perché salti il banco. Il castello di carte che hai costruito per prendere in giro l’esistenza viene

spazzato via di colpo. Il destino ti presenta il conto. E tu devi pagare, altro che. In “Esperimento di verità”, è sempre Auster a scrivere: “Che coincidenza, pensai. La mia vita pullula di decine di strani fatterelli del genere, e con tutta la buona volontà sembra proprio che non riesca a liberarmene”.

Ecco, le coincidenze. Sono mitiche creature simili alle leggendarie “convergenze parallele”. E in natura esistono. Certo che esistono

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