Il dubbio

“Negavano tranquillamente, contro ogni evidenza, che noi avessimo mai conosciuto un mondo insensato, in cui l’uccisione d’un uomo era quotidiana al pari di quella delle mosche, negavano quella barbarie ben definita, quel calcolato delirio, quell’imprigionamento che portava con sé una terribile libertà nei riguardi di tutto quanto non fosse il presente, quell’odore di morte che instupidiva tutti quelli che non uccideva, negavano insomma che noi eravamo stati un popolo stordito, di cui tutti i giorni una parte, stipata nella bocca d’un forno, evaporava in fumi grassi, mentre l’altra, carica delle catene dell’impotenza e della paura, aspettava il suo turno”.
Albert Camus
La peste

Alfredo ha ammazzato sua nonna.

Non c’è ricordo dell’infanzia in cui lei non sia presente. Mentre i suoi divorziavano, indecisi su chi l’avrebbe tenuto, era stato parcheggiato lì e lì era rimasto. Lui aveva smesso di chiedere, lei l’aveva cresciuto.

Lo chiamava Fredo, come il marito perso troppo presto, lui solo Nene. Un’immensa rompicoglioni che lo amava sopra ogni cosa.

«Svegliati Fredo, è tardi!»

«Ti sei messo la maglia pulita, Fredo

«Perché non studi, Fredo

«Ti ho fatto gli uccellini scappati con la polenta, Fredo.»

«Prenditi almeno il diploma, Fredo.»

«Non mi piacciono le tue compagnie, Fredo.»

Robe così.

Poi lui se n’era andato a vivere da solo, senza prendersi il diploma.

Cantiere, spaccio, prigione.

Robe che capitano.

«Mi farai morire di crepacuore, Fredo…»

Ne era uscito, Fredo. Dalla prigione e dalle brutte compagnie. Era entrato in fabbrica. Otto ore su tre turni: sette/quindici, quindici/ventitré, ventitré/sette. Poche pause, solo per pisciare. A Fredo piaceva il turno di notte, almeno lo lasciavano fumare.

Nene era contenta. Lo aspettava tutte le domeniche a pranzo. Lo abbracciava stretto. Lui se la strapazzava e mangiava anche le briciole.

«Trovati una ragazza, Fredo.»

«No. Le femmine no, Nene.»

Non era vero.

«Ti ho fatto gli uccellini scappati con la polenta, Fredo.»

«Nene, sono i più buoni del mondo. Ti meriti un bacio!»

Nene è morta alle 23.22 di un venerdì di inizio marzo. Da sola all’ospedale.

Una voce al telefono ha detto: «Mi spiace, non ce l’ha fatta».

Il cuore a Fredo si è crepato davvero.

Alfredo ha ammazzato sua nonna.

Con un bacio.

Il virus era nello spogliatoio, sullo sportello dell’armadietto. Poi sulla mano.

Fredo si sfrega sempre gli occhi.

Lui stava bene. Ha lavorato ogni maledetto giorno, un turno di otto ore su tre. Mai una linea di febbre, mai un colpo di tosse. Ma il dubbio, quello nessuno glielo toglie.


© Anna Martinenghi, 2020
© Il bacio della vita, foto di Leonardo Cassi, 2020 

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