Giuliano Gabriele – Basta!

Basta! Sarà capitato a moltissimi di noi di fare questa esclamazione mentre leggiamo un giornale o
seguiamo un telegiornale. Un’esclamazione che indica insofferenza e disgusto verso una società e
un sistema che sembra dover tragicamente collassare da un momento all’altro.

La sensazione, infatti, che molti di noi provano è quella di vivere un clima da basso impero: mediocri arroganti ai vertici delle nazioni, guerre dimenticate e guerre nucleari alle porte della dormiente Europa, religioni che diventano strumenti di propaganda politica, un pianeta sempre più impazzito e una società sempre più iniqua e sempre meno libera. Volgere lo sguardo alla quotidianità non rinfranca perché la
disgregazione di valori fondanti quali rispetto dell’altro, educazione, cultura hanno minato il tessuto
sociale e si è arrivati al paradosso che l’illecito e la mediocrità siano diventati motivo di successo e
di orgoglio. A dar disgusto sono soprattutto gli ammaestratori delle masse che inquinano l’informazione e avviliscono senso critico e cultura. Situazione voluta e scientificamente programmata o frutto di una sfortunata concomitanza di eventi?

Difficile dare una risposta a questa domanda, certo è che se una cinquantina di famiglie decidono le sorti di un pianeta qualcosa non va.
Per fortuna ci sono artisti che non si lasciano sedurre dal facile successo e portano avanti, spesso con grande difficoltà, le loro idee. Artisti che non dimenticano che la Musica non è solo divertimento, ma anche un mezzo per veicolare forti messaggi sociali.

Basta! album firmato da Giuliano Gabriele, organettista italo-francese al suo esordio come cantautore, è un concept coraggioso che si snoda lungo dieci brani. Le tematiche hanno il volto terrificante delle maschere che si vedono in copertina e che rappresentano altrettante urgenze sociali. Un album che incarna nel contempo l’esasperazione e la consapevolezza che sopportare oltre è impossibile. Il linguaggio musicale affonda le radici in quel vasto patrimonio di sonorità tipico del meridione d’Italia che a sua volta è contaminato da sonorità tipicamente mediterranee.
Giuliano Gabriele sceglie di veicolare i suoi messaggi attraverso canoni popolari, perché conscio del fatto che un cambiamento potrà esserci solo se parte dal basso. È un album che incarna tutta la bellezza e le ataviche contraddizioni del meridione d’Italia, ma non è difficile leggervi anche tutte le contraddizioni di un mondo allo sfascio. E per me uomo che vive nel profondo sud ogni brano è una ferita aperta e
sceglierne qualcuno da raccontare non è semplice. In Razza Riace c’è il dramma di chi sfida il
deserto e la violenza dei mercanti di uomini per una normalità impossibile in patria, ma è lo stesso
dramma di tanti calabresi che sono stati costretti a emigrare. Riace era una realtà fatta
d’integrazione e accoglienza ma era anche una realtà politicamente scomoda e per questo è stata
abilmente annientata. Mezzogiorno a Panikos è il brano che chiude l’album ma è anche quello che
meglio incarna lo stato d’animo di paura e rassegnazione di chi vive in queste terre dove tutto e il
suo contrario sembrano convivere armonicamente. Come scritto prima è un album le cui sonorità guardano a Sud ma le tematiche riguardano tutti indistintamente.
È questa la ragione per cui il brano che v’invito ad ascoltare e meditare è Reveillez-Vous.

©Fortunato Mannino

Giuliano Gabriele
StudioAlfa Ufficio Stampa
Giro Music
InOuïe distribution

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