Francesco Bruno – Zàkynthos

Ogni stagione ha il suo fascino e i suoi colori ma per chi vive e respira l’aria del Mediterraneo l’estate è da sempre una stagione speciale. L’estate è sinonimo di vita, calore, spensieratezza, riposo, viaggio ma anche e soprattutto, incontro. In questo luogo magico ogni cultura rimanda ad un’altra in un gioco d’intrecci che si perde nella notte dei tempi. Come tutte le altre stagioni, l’estate è però un susseguirsi di giorni e istanti che corrono veloci trasformandosi qualche volta in ricordo molte altre in tempo andato. È questo il messaggio che ho colto osservando la luminosa copertina di Zàkynthos ultimo album di Francesco Bruno. Una spiaggia sterminata e solitaria su cui è adagiato ciò che resta di un albero, il cielo e il mare sono lontani nella loro altera indifferenza ma un ramo, ancora vivo, si erge sfidando titanicamente la crudele bellezza di una natura indifferente e meravigliosa. In quel ramo c’è tutta l’essenza del nostro essere: ci sono le stagioni morte dalle quali traiamo forza e linfa per protenderci titanicamente verso il futuro. La copertina è opera dell’artista e designer Nerina Fernandez che, come per Onirotree, riesce a visualizzare i concetti che Francesco Bruno vuol veicolare attraverso le sue composizioni. Composizioni che grazie al linguaggio del jazz e ai chiaroscuri che le contaminazioni mediterranee e non solo gli donano è da considerarsi linguaggio dell’anima. Zacinto è un’isola, ora riscaldata dal sole ora battuta dai venti,
terra d’incontro, ma pur sempre sola in mezzo al mare. Traslando questi concetti elementari in una dimensione simbolica, non è difficile intravvedere il concetto stesso di Vita. Ognuno di noi, volente o nolente, è solo. Le vicende della vita ci cambiano così come i fenomeni atmosferici trasformano il paesaggio e in questo continuo mutare il tempo inesorabilmente scorre. La differenza tra una persona e l’altra è la capacità di fermarsi e ascoltare. Chi vive il mare sa bene che uno dei momenti più rilassanti e introspettivi che si possano vivere è quando, con tutti i sensi, si entra in simbiosi con il mare. Un paesaggio ipnotico in continuo movimento e non importa se i venti sferzano la pelle e increspano le onde o ristorino dalla calura estiva, perché quel paesaggio racconterà sempre delle storie, storie che s’intrecciano una con l’altra fino a confondersi con quella di chi guarda. Non è dunque un caso che Francesco Bruno utilizzi spesso i nomi devi venti per raccontare le suggestioni che lo scorrere del tempo ha impresso sul suo animo. Suggestioni sue che diventano nostre nel momento in cui ci abbandoniamo alla Musica, perché mare e musica sono in fondo facce della stessa medaglia. Ad accompagnare Francesco Bruno in questo viaggio ci sono Andrea Colella e Marco Rovinelli, rispettivamente contrabbassista e batterista. Una scelta quella del trio che conferma l’impostazione intima ed evocativa. A questo punto non resta, ora che la frenesia della quotidianità ha ripreso a condizionare le giornate, che suggerire un abbandonarsi alle eleganti melodie del trio e concedersi un emozionante viaggio introspettivo.

©Fortunato Mannino

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