Se le menti più illuminate della fine del XIX e della metà del XX secolo avevano intuito dall’alto delle loro sublimi intelligenze i drammi sociali dei futuri secoli, a chi aveva capacità d’osservazione all’inizio degli anni 2000 la tragedia è apparsa in tutta la sua evidenza. Il crollo delle ideologie che ha portato all’avvento della mediocrazia, la devastazione del sistema d’istruzione e l’annientamento del pensiero critico, il pensiero di massa controllato e gestito da un’informazione che impone modelli farlocchi di verità sono solo alcuni degli elementi peculiari del nostro tempo storico. Le conseguenze sociali di quanto descritto, aggravate da due anni di pandemia, sono sotto gli occhi di tutti e, se alcune storie balzano agli onori delle cronache trasformando il dramma altrui in un gratuito e redditizio show televisivo, le insidie che riserva la quotidianità sono evidenti.
Genericamente si definiscono persone con disturbi mentali ma alla fine hanno il nome e il volto di un ex amico, di un conoscente, di un collega o di una generazione. Tutti siamo incappati in personalità narcisistiche o in abili manipolatori della verità o in gente priva di vergogna che non esita a sporcarsi le mani pur di soddisfare il proprio io. Persino il senso della vita e della morte diventa relativo in quello che è ormai un eterno luccicante palcoscenico dove tutti ad ogni costo vogliono essere protagonisti. Li chiamiamo disturbi mentali ma ormai il confine con quella che è normalità è talmente labile da far sembrare strane le persone equilibrate. Un viaggio appassionante in questo mondo disturbato e disturbante ed estremamente reale e attuale lo propone il Dr. Schfausen, alias Sergio Pagnacco, bassista dei Vanexa, nel suo ultimo album. Il titolo è eloquente How Can You Die? come eloquenti sono le nove storie che compongono l’album. Una di queste è Hikikomori dedicata ai giovani che rifiutano lo squallore della realtà e si rifugiano nel mondo virtuale, diventando così veri e propri ectoplasmi. We are digital è un po’ l’altro lato della medaglia e racconta la dipendenza di ciascuno di noi dal mondo virtuale, un mondo che spesso confondiamo con quello reale al punto da non riuscire a scorgerne il confine, un confine che se varcato trasforma il disturbo in follia. A dare drammaticità all’intero album è l’approccio narrativo che non è quello di chi vede il problema dall’esterno ma è quello della persona disturbata. Un grido d’aiuto che si può scorgere tra pensieri confusi, scatti di rabbia e stati di alienazione e che il Dr. Schafausen,
protagonista dell’elegante fumetto realizzato da Paolo Massagli, ci aiuta ad esplorare.
Musicalmente è un album che sublima tutti i generi metal dando vita ad un suono non etichettabile e decisamente innovativo, che rispecchia benissimo la complessità del tema affrontato e la voce che materializza l’incubo nelle sue varie forme è quella di Slava Antonenko, uno dei tre musicisti russi che accompagnano Sergio Pagnacco in questo suo secondo album solista. Difficile proporre qualcosa di nuovo in ambito musicale ma è geniale farlo reiventando ciò che già si ha a disposizione. Prima di chiudere e di lasciare spazio alla musica è doveroso segnalare ai collezionisti che solo le prime 120 copie, tutte numerate e autografate dal duo Massagli / Pagnacco, contengono il fumetto che citavo precedentemente. Fumetto ispirato dai brani How Can You Die? e Anger. A chiudere questa narrazione è proprio il video di Anger ovvero la rabbia, un sentimento cieco e devastante che uccide fisicamente e psicologicamente e di cui la nostra società è ormai intrisa.
©Fortunato Mannino
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