Maria e il mare
Lucia ritornò dalla cucina con in mano la brocca di vetro piena di orzata e ghiaccio. Dalla credenza tirò fuori il vassoio e i bicchieri buoni delle occasioni. Lo fece con la premura un po’ servile di chi ha ricevuto in casa un ospite importante.
Maria fissava la maestra Campredi e continuava a sentirle addosso odore pungente di ammoniaca. Il sudore le si condensava sulla tempia e all’attaccatura dei capelli. Le gocce, come lacrime di fango, le scivolavano sul volto mescolate alla tinta fresca per capelli color carbone.
La maestra sorseggiava l’orzata e, con ostentata sicurezza, disse che non aveva dubbi sul fatto che Maria fosse una bambina intelligente. Forse, un po’ troppo esile.
«Devi ringraziare il buon Dio perché sei una bambina sana.» Disse, con il tono di chi era appena stato investito da un’onda di profonda religiosità e posava il bicchiere, macchiato di rossetto color mattone, al centro del piccolo vassoio d’argento, mentre un raggio di sole estivo le colpiva il volto e la pelle si disidratava davanti agli occhi della bambina.
sei vecchia come la strega di Hansel e Gretel
«Maria, andrai al mare quest’estate?»
«Non lo so.»
«Sai nuotare?»
«So rimanere a galla.»
«Sì?» Aggiunse la Campredi tamponando la fronte con un fazzoletto di stoffa bianco.
«D’estate aiuto il nonno a raccogliere la frutta, i pomodori e le altre verdure.»
«È vero», aggiunse Lucia.
«Le zucchine e le melanzane le mangiamo tutti i giorni fino ad averne la nausea», sorrise Maria guardando la nonna, «quelle che avanzano le mettiamo sott’ olio o le facciamo seccare, così, poi, abbiamo la scorta per l’inverno.»
«Ma che brava.» Disse la maestra.
«Innaffiamo tutti i giorni…», aggiunse Maria.
«Certo, d’estate la terra ha biso… »
«… a volte», continuò la bambina, «il nonno mi insegue con la pompa dell’acqua, ma io sono più veloce.»
«Ah!», esclamò la signorina Campredi.
«E quando fa molto caldo», disse Maria, «mi metto dentro il tino del vino e la nonna mi butta addosso secchiate di acqua fresca del pozzo.»
La bambina scoppiò a ridere.
«Sembra divertente.» Disse la maestra.
«Lo è, perché poi rimango dentro a fare il bagno ed è come farlo al mare.»
La Campredi spinse gli occhiali sul naso con il dito indice. Il sudore glieli faceva scivolare di continuo fin giù alla gobba. «No, Maria, non è come andare al mare.»
La bambina scrollò le spalle. «Io sto bene così.»
«No!», esclamò la maestra, come se quella stanza fosse diventata di colpo un’ aula e Maria avesse dimenticato la tabellina del nove.
«Sei troppo piccola per capire cosa sia il bene.»
«Il bene è quella cosa che ti fa sentire bene.» Disse Maria.
© Sandra Giammarruto