Bipede a quattro mani [4] di Raffaele Rutigliano

I QUARANTENNI DEL XXI SECOLO

“Noi, che sconfiggeremo la crisi, noi, che ci battiamo per la pensione.”

Sono loro, i quarantenni. Lo si legge sull’Enciclopedia Treccanti, custodita nel museo del Burundiano. Da ciò che è scritto si apprende che i quarantenni si estinsero prima di aver toccato la pensione e tutti durante una sommossa operata ai danni dello Stato. Sempre loro, i quarantenni, subirono le varie leggi del tempo, come la Fornero Lex e la Inculeit Dream Tax, e, rispettivamente, il diritto a operare senza nullafare e il diritto di sognare come meglio arrivare all’età pensionabile per fare la fila alla Posta. Il TFR fu devoluto in toto alla Chiesa Cattolica, in quel tempo sotto il pontificato di Papa Bono Vox per sopperire alle troppe spese sparse tra le varie sedi legali per l’abominio sui minori. Successivamente la Chiesa si sfaldò ed ebbe la fine che conosciamo.

I quarantenni furono unanime all’assalto dei Palazzi, si spinsero per le strade, superarono i ponti, subirono l’irraccontabile, ma arrivarono alla bandiera. La tirarono giù e la sostituirono con l’Ultimatum Populi.

Il Governo, scappato e riunitosi nei sotterranei del Campo delle Oche, così ribattezzato, proclamò il suo nuovo Stato di Diritto appoggiato dalle Forze oltremanica e oltremuraglia. L’Italia, avamposto strategico per le guerre accese su tutti i fronti, era indispensabile al ruolo internazionale imposto dalle grandi potenze. L’Europa portò il Paese alla disgregazione sociale, i quarantenni furono ricercati ovunque, pena la castrazione mentale, furono soppressi mediante gas nervino e i loro corpi bruciati in grossi forni. Una realtà che per il tempo divenne ben presto riecheggiante di antichi timori, ma questa volta non per paura di rappresaglie, ma per paura degli effetti devastanti sulle politiche attuative.

Il quadro che si venne a creare era qualcosa di mai visto prima. L’età media si abbassò, il popolo dei disobbedienti svanì e quelli che rimasero furono condizionati all’uso della forza e difesa personale. Le strade furono il nuovo centrum della lotta interpersonale, non si era più un’unità solidale, un popolo, per l’appunto, bensì un declassamento allo stato brado voluto e ordito ai danni di tutti. Tutti erano blindati in città semi fantasma. I muri furono alzati dentro e fuori. Non si poteva parlare, non si poteva leggere, i libri non esistevano più, internet non esisteva più. Neanche i critici letterari, gli scrittori anonimi o i loro pseudonimi, le denunce, gli outing, le grandi figure di merda, quelle scrollate dal buonismo che si riposavano sulle giacche come forfora bianca. Nessuna traccia. Scrollate via, e per sempre.

Diceva Pasolini: “Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia”.

Il resto è pura invenzione, aggiungo io.

© Raffaele Rutigliano, Barbara Garlaschelli, 2014

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