Behind The Sun – Obsidian Rogue

Per avere certezza che un’età dell’oro non è mai esistita, basta sfogliare un libro di storia. E, nello sfogliare quelle pagine, si avrà anche la certezza che la Storia non insegna niente a nessuno. Sono arrivato alla conclusione che ciò dipenda dal fatto che, evidentemente, egoismo e violenza siano, in qualche modo, una peculiarità della specie umana. Il progresso tecnologico degli ultimi decenni non ha che acuito la situazione e, soprattutto, ha innescato quello che, a detta di molti scienziati, è un pericolosissimo processo di autodistruzione. Ma se la Scienza propone ancora delle possibili soluzioni, la cultura bellica, la religione economica e l’allegra ignoranza di una società egotica procedono in direzione diametralmente opposta. La Musica, dal canto suo, ribadisce in modi diversi e da diversi anni la necessità di una svolta che porti prima di tutto a una presa di coscienza e a una evoluzione di pensiero. Certamente trattasi di utopia, ma gli artisti più che condividere il loro punto di vista sulla realtà, obiettivamente, non possono. Così come non possono opporre resistenza a quelle leggi di mercato che esaltano e propongono il nulla, svilendo la stessa Musica a mera arte d’intrattenimento. Per fortuna esistono canali d’informazione alternativi, che ci permettono di proporre album di livello. Oggi è il turno del duo Behind The Sun, che esordisce con Obsidian Rogue, disco introspettivo nel quale però si può facilmente intravvedere la crisi della società occidentale. Un disco che, come suggerisce il duo, va ascoltato come se si trattasse di una traccia unica.

Dunque un lungo viaggio riflessivo /introspettivo che possiamo riassumere attraverso due momenti simbolo: Lost Storm e Outside the Mirror. L’immaginazione deve portarvi, come suggerisce l’immagine di copertina, in quell’ambiente fisico o mentale dove lo sguardo, ora rivolto al passato ora al presente, dà forma alle ombre. In Lost Storm le ombre si proiettano su un’umanità cieca che sta devastando l’ecosistema del pianeta. Nello specifico il riferimento è alla plastica che sta invadendo gli oceani, ma non è difficile allargare il discorso ai cambiamenti climatici e alla triste eredità che stiamo lasciando alle generazioni future. Outside the Mirror è l’inizio del viaggio introspettivo ed è significativo il fatto che a porsi / suggerire domande esistenziali siano due giovani che incarnano perfettamente la mia idea di cittadino europeo. Robert Mallett (voce e basso) e Nico Wéry (chitarra), uno è gallese l’altro è belga, entrambi hanno origini italiane e si sono conosciuti in Germania e lì hanno dato vita ai Behind The Sun. Viaggiare, vivere in città diverse da quella natia, confrontarsi con stili di vita differenti e percepire ovunque questo serpeggiante malessere è indicativo di una diffusa decadenza della società occidentale ma… Tutto questo prima dell’invasione dell’Ucraina: in questo strano e surreale periodo storico sembra che non ci si voglia far mancare proprio nulla. Le atmosfere dell’album sono crepuscolari ma non è difficile intravvedere quelle che sono le matrici musicali dei due artisti; elegante il cd con cui le canzoni
vengono proposte al pubblico (non accontentatevi della versione liquida); interessanti i riferimenti colti che vanno dal nome della band che si richiama a un verso di Nick Drake, al logo che si richiama ai disegni dell’astronomo Joseph – Luise Lagrange. Un passaggio quest’ultimo che fa riferimento a un’antica spiritualità fatta di forze che, in qualche modo, si devono equilibrare nell’Io e con la Natura. Obsidian Rogue è certamente un ottimo esordio ma, da quel che ho letto, un altro album è già in gestazione. E a questo punto la domanda è: come cambierà la visione del duo alla luce della vicenda bellica in Ucraina?

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