TAMPLUN
(dedicato agli amici della Biblioteca di Migliarino)
C’era una volta,
quando il Natale ancora non lo vendevano al supermercato, quando la vita era più semplice e gli uomini meno complicati, il misterioso popolo dei Tamplun.
Un tempo era più facile incontrarli, ora è diventato una rarità. I Tamplun rimangono nascosti gran parte dell’anno, confondendosi con il verde tenero della primavera o fra le ombre lunghe dell’estate. Poi, quando l’autunno spoglia gli alberi e lascia sui prati tutti i colori delle foglie, eccoli comparire con mezzo riccio di castagna in testa e abiti intessuti di paglia e fieno. Si mormora che siano alti due mele o poco più anche loro. Quel che è certo è che arrivarono molto prima degli inquilini blu dei funghi abitabili, anche se non sono diventati famosi per via del loro carattere timido e riservato. Il loro contratto pubblicitario alla fine se lo sono accaparrato gli gnomi della Loacker. Ma questa è un’altra storia.
Vedere un Tamplun capita solo fra ottobre e dicembre, quando le giornate sono corte e le notti interminabili. Nel buio è più facile scorgere il lume a olio che portano con sé per illuminare la strada e non essere scambiati per topolini dai gufi, allocchi e barbagianni.
Incontrare un Tamplun porta molta fortuna: tra le tante doti che hanno, c’è soprattutto quella di saper conservare le cose belle. Sono grandi lavoratori e gestiscono magazzini sotterranei pieni della bellezza delle cose perse. Ci sono ricordi di ogni tipo, là dentro: basta che siano belli. Conservano il sole per le giornate buie, la pioggia per la siccità, i giochi dei bambini che crescono, le voci delle persone che abbiamo amato e che non sono più con noi. Nei loro magazzini il cibo non marcisce, le mele restano sempre dolci, succose e lucide, così come gli acini d’uva che brillano sotto la luce di milioni di lucciole.
Quando il mondo era più semplice e povero, i Tamplun portavano in dono ricordi piccoli ma preziosi, illuminando di dolcezza la stagione più dura. Ma poi la vita è fatta più ricca e complicata. Una vita fatta di cose da avere e da comperare, di tempo che non si può perdere e di tempo perso, una vita fatta di cose da fare per avere altre cose. Le persone si sono fatte sempre più indaffarate e indifferenti e i Tamplun sono spariti ai loro occhi, così come sparisce l’ultima riga sulla tabella dell’oculista, quando non abbiamo gli occhiali per leggere.
A loro non piacciono le lucette che si attaccano alla spina della corrente, gli abeti di plastica, i regali riciclati e gli auguri di convenienza. Gli viene l’eritema. Nel loro magazzino si tengono stretta la nostalgia, i biglietti di auguri scritti a mano, il tempo dell’attesa per le cose che valgono davvero e non si consumano.
Ecco perché di tanto in tanto, in mezzo al frastuono di un centro commerciale, in mezzo a stelle di cartone e luci colorate attaccate a una presa, capita di desiderare di essere altrove: in un punto del mondo dove l’autunno regala ai prati tutti i colori, in un punto del mondo dove il silenzio racconta storie, in giorni di neve sciolta molti inverni fa. Senza sapere perché.
E proprio lì, quando la nostalgia tarla l’anima e fa sentire più vuoti di un palloncino delle fiere, quando sentiamo un profumo che ci riporta altrove, quando nessun oggetto può colmare la fitta di una mancanza, se ce li mettessimo un attimo, quegli occhiali per leggere, riusciremmo a scorgere di nuovo la luce di piccoli lumi a olio che conducono in un luogo dove le cose belle non passano.
I Tamplun sono furbi: ora, si lasciano trovare solo da chi li cerca.
E sono buoni. E non per modo di dire. L’olio a loro, non serve solo per il lume.
I Tamplun – frittelle di castagne – sono un dolce povero che fa parte della tradizione ferrarese da generazioni. Da gustare nelle giornate autunnali fredde e piene di nebbia e fredde,
INGREDIENTI:
500 gr farina di castagne
5 cucchiai di zucchero
5 cucchiai di farina 00
buccia grattugiata di un limone (non trattato)
250 gr di uvetta sultanina ammollata e asciugata
1 mela piccola tagliata sottile
2 uova
1 bustina di vanillina
1/2 bustina di lievito per dolci
olio per friggere
PPREPARAZIONE:
Versate ingredienti in una ciotola, aggiungete poi acqua quanto basta per rendere la pastella omogenea e non troppo liquida.
Friggete i Tamplun in una padella non troppo piccola e fonda, con abbondante olio, affinché possano galleggiare durante la cottura.
Servite i Tamplun caldi con una spolverata di zucchero a velo.
© Anna Martinenghi, 2016