Sovrana

Percorro gli stretti corridoi della Sovrana. Condensa contro le vetrate. Fregi sul corrimano.
La mia ombra si piega passando accanto ai faretti caldi. La corsia che porta al Goldounge Bar è una
delle più lunghe a bordo. I miei tacchi tiptappano sulla moquette. Stasera il Direttore ha organizzato
un gala fuori programma, contro qualsiasi raccomandazione del Commissario. Siamo troppi,
seppure monitorati. Il tredicesimo piano non può sostenere tutti gli attuali passeggeri. Il Direttore
dice La gente ha pagato, va intrattenuta. Metto una mentina in bocca, gettando la carta.
Chissenefrega. Sono in permesso fino a domani, tocca a me il giro di giostra. Sì. Come una normale
passeggera.
Arrivo che c’è già una calca di gente all’entrata. Gli uomini senza accompagnatrice vengono
respinti dai bodyguard, sotto deboli proteste. Io e una ragazzina attillata passiamo la soglia del
corridoio, che si allarga di colpo nella pancia lampeggiante della discoteca. Tripudio di led
arcobaleno. Il DJ mixa un pezzo niente male. Sento le vene gonfie. Tolgo e rinfilo il tallone rosso
nella scarpa. Slaccio un bottone della camicetta e perlustro la zona drink in cerca di facce note.
Magari sconosciuti interessanti. Noto qualche occhiata nella mia scollatura e un paio di sbirciate le
lancio io a qualche chiappa soda. La gente balla, c’è voglia di non pensare a niente e una scossa
attraversa i corpi. Oscillano e si sfiorano. Tengo il ritmo col mento e rifiuto un invito in pista. Vedo
uno che lavora in sala macchine, scuote la mano dallo sgabello, ma non ricordo il nome e
improvviso, Ciao caro, Salve capitana, Tutto bene, Sì lei. Viene verso me con un paio di shottini
fluorescenti sotto le strobosfere. Stiro un sorriso, ma anche no, mentre attacca Marea di Madame.
Perfetto. Mi tuffo nella mischia per confondermi nella folla a braccia alzate, come onde disperate in
cerca di un porto distrutto. I sudori si accumulano in una nuvola satura ed elastica. Seguiamo il
ritornello esotico sotto le lusinghe accecanti di una felicità che non riusciamo a cogliere, ma
sappiamo che c’è, da qualche parte sta, strusciandoci quando i fasci di luce si spostano verso un’altra
pista e concedono la penombra di un confortevole anonimato.
Mi tocco la fronte calda e ho un dubbio. Potrei essere positiva, o che il ragazzo che mi lecca
l’orecchio potrebbe essere sfuggito ai controlli. Ma il pensiero sfuma al cambio di partner, perché
balliamo e ci scambiamo senza soluzione di continuità, qualcuno per un contatto e altri solo per
continuare a ballare, testagambebraccia, visto che ognuno cerca il proprio e stanotte sono disposta
ad accontentare tutti, vibrante di una gioia sepolta sotto mesi di motore ai giri minimi. Venite qui da
me. Senza timore, perché sono vostra. Stanotte sono tutta vostra e anche un po’ mia, finalmente.
Scambio ancora l’uomo e ritrovo il tipo dell’amministrazione, che per un attimo si congela. Occhi
pallati. Il suo alito puzza di vodka. Lo tiro dalla cravatta e lui ride isterico, riprendendo a ballare
scomposto.

©Apolae

Si fa chiamare Apolae per scrivere liberamente. Pubblica nel 2022 nell’antologia di
LibroMania (DeA) “The Source. Scrivere sull’Acqua”.
Suoi racconti compaiono su varie riviste online.
Altri testi popolano la pagina Instagram apolae_fotoracconti.
Ama la sua famiglia, la letteratura e la musica. S’impegna per coniugarle, ma non sa se riuscirà.

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