Presente, presente e ancora presente

Solo le parole a farmi compagnia. Attenzione, non parlo di
conforto. Perché ciò che scrivo mi scandalizza (prima avevo
scritto: mi sorprende). Sono qualcosa di meno e qualcosa di più di
un io. Te ne devi andare, mi intimo davanti allo specchio.
Rivendico la distanza da me stesso, insomma. E non mi consento
l’eterno riposo. In fondo, non chiedo al tempo che un pezzo di
pane. E recito così bene la mia parte, che gli altri pensano davvero
che io esista. Non so cosa voglia dire, ma sto cominciando a
dimenticare il mio nome: quando sono in mezzo agli altri, mi
invento un modo per sbarazzarmene. Ma cerco di non darlo a vedere.

©Davide Marchetti

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