SOCORRO 1860
Sei un tipo da non avere mai contro,
fai male con i pensieri, le parole e anche i fatti.
Ma non è cattiveria: è verità di uomo.
(Eulalia La Bianca)
Avevo undici anni. Sapevo da dove ero arrivato e quanto mi era costato. Quando venivo picchiato perché figlio di un Apache avevo paura. Ero uno contro molti, tutti più grandi. Qualcuno era cattivo dentro e non si limitava a darmi pugni o calci. Mi piegava le dita della mano o il braccio dietro la schiena fino a farmi gridare. Mi lasciava andare quando voleva lui, aveva gli occhi del demonio. E io avevo vergogna di me stesso perché avevo pianto. Se avessi un figlio gli direi di non vergognarsi di piangere, perché si può indurire il cuore finché si vuole. Si riesce a non provare nulla nemmeno facendo le cose più terribili. Si impara. Questo mondo è il maestro ideale. Non so nulla del mio passato. Vedo molti affannarsi con zii e cugini, fratelli e sorelle mentre io non mai avuto nemmeno un padre e una madre. Per questo a diciannove anni ho pensato di sposarmi.
Perché mi dici questo, Jesse? Così, di punto in bianco ascolto più parole di quante me ne hai dette in due mesi tutte insieme.
Non lo so, Magdalene. Domani arriveremo a Flagstaff. Non possiamo più restare in giro. Io dovrò cercarmi una carovana da guidare e tu…
Sì.
E, in tutta sincerità, saperti di nuovo in un bordello mi mette tristezza.
Sono un’assassina. E una prostituta creola con tre dita. Non ho molte alternative, lo sai. Non posso fare altro. Se qualcuno mi sposasse, potrei cambiare vita.
Già.
La notte stava scendendo rapidamente. A est di Prescott a quaranta miglia da Flagstaff Jesse e Magdalene si erano accampati sulle rive del Lynx Lake. Avevano dato fondo agli ultimi viveri e poi si erano sdraiati accanto al fuoco. Era una bellissima serata e la temperatura gradevole.
Quindi a diciannove anni hai pensato di sposarti, figlio-di-un Apache?
Era l’inizio di luglio del 1860 e Jesse aveva messo insieme qualche dollaro lavorando coi cavalli di un ranch a sud di Albuquerque. Disse a Ferguson, lo stalliere, che quella sera gli sarebbe piaciuto andare a Socorro ad ascoltare musica. Musica? Bere Mezcal. Bere, tu? Sì, insomma, hai capito. Ha! Se vuoi andare con una ragazza cerca il Madame Molly. Le migliori del New Mexico.
Quel giorno passò velocemente, e quando nel tardo pomeriggio sellò il cavallo, riempì le borracce e partì in direzione sud al piccolo galoppo era perché non voleva far vedere al vecchio Fergie che aveva fretta di entrare al Molly’s. Yuh!
E l’hai trovato quel bordello? Sì, è stato facile. Era l’unico.
All’ingresso gli chiesero subito i soldi. Era scuro di carnagione e con quel naso sembrava davvero un indiano, quindi nessuno si fidava di lui. Mise una moneta da un dollaro sul banco. Madame Molly gli fece un sorriso professionale. Gli disse che per quelli come lui c’era la stanza dietro. Quelli come me? Sì, dirazzati, neri, indiani, tutti figli di Dio certamente. Tu credi in Dio? Sono cattolico battezzato e comunicato. Buon per te, ma la stanza resta quella sul retro.
Buonasera signora.
Due ore dopo, seduto su una panca in legno fuori dal Saloon della Calle Principal di Socorro, fumava una sigaretta con del tabacco dolce della Virginia. Era stato con una donna per la prima volta nella sua vita, ma non era sicuro di averlo fatto bene. L’aveva visto molte volte tra cavalli e cani, ed era andato a braccio. Ma gli restava addosso una sensazione di vuoto che non sapeva definire, e non gli piaceva.
Non mi hai ancora detto con chi volevi sposarti. Non era importante chi. A diciannove anni non volevo più andare con una donna in quel modo. In quale modo? A pagamento, i cavalli non lo fanno. Jesse…
L’indomani mattina era tornato dal vecchio Ferguson, che lo aspettava in piedi alla staccionata con un sorriso. Quando si era avvicinato e si erano potuti guardare negli occhi il vecchio stalliere aveva capito che non era tempo di scherzare. Le risate sono come il sale che esalta il sapore della carne, ma può essere terribile sulle ferite aperte. Tutto bene laggiù? Sì. Che succede ragazzo? Non è stato come immaginavo.
Perché, come te lo immaginavi? Ero giovane, Magdalene. Non capivo che l’anima non si compra, e il corpo senz’anima non è niente. Ma tu hai continuato ad andare nei bordelli. Sei stato con me. Pensi di avermi comprata?
Jesse si voltò a guardarla, le sfiorò una guancia con un dito.
Miliardi di stelle li osservavano sdraiati sotto le coperte di lana, con la testa appoggiata alla sella. La notte era senza luna, buia, e anche il fuoco si era spento. Il sonno tardava. Entrambi giacevano immersi nei propri rimpianti. Troppi sogni spezzati da risvegli all’alba.
Le lacrime silenziose di Magdalene continuarono a scendere per buona parte della notte.
© Luca Bonisoli, 2018
Luca Bonisoli è tra gli autori dell’antologia “IN VIAGGIO” (collana Sdiario, Edizioni del Gattaccio).
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Buona lettura!