Tandem [9] di Barbara Garlaschelli & Stefania Morgante

Foulard di Sefania Morgante

PENSIERO STUPENDO

 

La donna arrotola il foulard tra le dita. Gode del tepore che le trasmette e quel senso di viscido le provoca un piacevole turbamento. Attorciglia il dito indice tra il blu e il rosso del disegno e poi lo lascia andare. Il foulard scivola dalle sue spalle giù lungo la schiena nuda.
Vorrebbe vestirsi sempre così, solo dei suoi meravigliosi foulard. Avere il coraggio di mostrarsi al mondo integra, spogliata di ogni indumento che ormai ritiene superfluo.
«Sei pazza» le ha detto ridendo Eleonor, la sua migliore e unica amica, dopo aver ascoltato il suo desiderio.
«È perché sono brutta?»
«No, tesoro. Tu sei una meraviglia ma nessuno può andare in giro coperto solo da un foulard per quanto belli siano entrambi.»
«Mmmm… Capisco.»
In realtà non capisce bene. Negli ultimi tempi le cose, i pensieri anche quelli più semplici, tendono a sfuggirle, a scivolarle addosso proprio come quel foulard dai colori sgargianti e dai disegni misteriosi. Non capisce cosa vogliano le persone da lei; non comprende più le regole che hanno governato la sua vita sino adesso.
Non prova un senso di ribellione ma di stupita spossatezza. Tutto le risulta superfluo e banale. Soprattutto banale. Una corsa infinita a fingere di essere altro.È stanca.
Si osserva allo specchio: il seno morbido ma ancora sodo; il ventre piatto; la peluria scura in mezzo alle gambe che lunghe e ben tornite finiscono in due piedi un po’ troppo tozzi. Sì avvicina al letto e passa una mano su tutti i foulard che ha acquistato sono ad oggi. L’ultimo è quello scivolato dal suo corpo al pavimento poco prima. Posa il ginocchio sul materasso e, languida, si sdraia su quel mare di stoffa colorata e liscia.
Se non potrà vestirsi di soli foulard vorrà dire che resterà a letto, arrotolandoseli addosso, dormendo tra un giallo sole e una riga blu.
Nessuno potrà farle del male, lì.
Nessun pensiero molesto; nessuna mano ardita.
Nessuno.
La stanchezza le conta le ciglia, le ossa, i muscoli, le gocce di sangue, i respiri.
Chiude gli occhi e si copre il volto con l’azzurro intenso di una figura lunga e indecifrabile.
È così che Eleonor la troverà il mattino dopo.

@Barbara Garlaschelli, 2018

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