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Finisce con un bacio. Spengo il motore. Il mare è strascico di schiuma e di gorgo. La barca oscilla mossa dal vento e dalle onde. C’è una luna bellissima in cielo. Piena come il riflettore di un teatro. Il pubblico è un tappeto di stelle. Le prime file una galassialeggi »

È sabato. Sono tutti chini con gli occhi sopra al foglio. Hanno dieci, undici anni. Il compito che ho dato loro è intrigante per qualcuno, una noia per qualcun altro. Succede sempre così, nei laboratori di scrittura che porto nelle scuole medie. Si aprono mondi, crollano certezze, tutto diventa materialeggi »

BANG BANG Mi capitava di vederla, lì, sola, imbronciata, davanti alla Tv, a cambiare continuamente canale. «Devi trovare nuovi stimoli» le dicevo, ma niente. Da quando le sue tre comari erano morte, nonna Lucia non era più la stessa. Prima si vedeva con loro anche tre volte per settimana. Giocavanoleggi »

DELLA NATURA DELL’ALBA Quando esco dalla fabbrica sto attenta a coprirmi le mani. Non ho più i guanti, me li hanno rubati. Allora abbasso il maniglione in fretta e poi cerco subito le tasche. A volte non basta. Rientro con la punta delle dita viola e i tagli sulle nocche.leggi »

FREE TO DECIDE «Oh cazzo! Ma come ti sei permesso?» «Dài, forza… ritenta e sarai più fortunato…» «Davvero, non capisco questo tuo intrometterti nelle…» «Ah, non lo capisci? Hai bisogno di un disegnino?» «Cosa aveva di sbagliato?» «Ascoltami bene, segui il mio ragionamento, sono sicuro ci arriverai anche tu…» «Quindi?»leggi »

NERO È IL COLORE Le luci sono soffuse, forse troppo basse per un cliente normale. A me, però, vanno bene così. Ho gli occhi stanchi. La giovane dietro al bancone sta preparando un vassoio di birre piccole, torbati e pure una tisana all’anice per tutti quelli più rumorosi di noi,leggi »

STRUMENTALE Mi accorgo che il mio mento si abbandona a se stesso, come un supporto stanco, un foglio di carta piegato troppe volte per appianare la gamba corta di un tavolino da bar, questo tavolino da bar. Quasi non riesco più a capire se sto seduto accanto o sotto laleggi »

KISS ME CLEOPATRA Quando faccio tardi in ufficio, la sera, divento qualcos’altro. Quando spengo le luci, e rimane solo il chiarore freddo dell’impianto di sicurezza, a definire i contorni dei monitor e delle postazioni da lavoro, nascondo sotto la pelle la tensione di un grido, serro i denti e deglutiscoleggi »

IN A SAFE PLACE Mi chiamano Dino. Come mio padre, che si chiama Chigozie. I colleghi del cantiere lo chiamano Dino il negro e allora è giusto che tutti chiamino Dino anche me. Lo sanno tutti che non mi chiamo Dino, anche i docenti oggi riuniti davanti alla palestra dellaleggi »