parole (Page 9)

Il palo del semaforo ha un sapore secco. Sanguigno. Sulla lingua resta l’asprigno del sole e della vernice.La bambina lo afferra per un polso e gli strattona il braccio. «Di che cosa sa?» Andrea si divincola e l’allontana con la mano aperta. Chiude gli occhi, scrolla le spalle e aspiraleggi »

Imparare dai contadini le lune la promessa dei semi l’origami dei sogni le ferite della vanga Il disco delle stagioni incerto nel solco della puntina i capelli d’erba nel rastrello Si rialza il corpo della cruda madre i suoi sorrisi fioriscono sui fianchi morbidi Gli occhi spalancati nelle pozzanghere leleggi »

Mi hanno condannato A tenere gli occhi aperti Sono un eroe tragico Privo di redenzione Guardo le belve Sempre più affamate Vestite di chiffon e profumate Chiudono gli occhi Quando il lusso le accarezza Piangono asciutte Quando la morte le disprezza Prego la notte una banda di passaggioChe invece delleleggi »

                                                                                                                           Le cancerose le riconosci al volo: fra di loro oramai si conoscono, fanno gruppo, alcune indossano cuffiette vezzose, hanno visi tirati color della cenere, sguardi senza più sopracciglia.Tutte hanno grinta e cianciano allegre aggiornandosi sulle reciproche terapie: Tu hai finito la radio? Ancora quante?Ogni volta che una completa glileggi »

I miei pensieri cadono come la neve cade e restano lì, sulle strade, sui tetti, sui rami degli alberi. Nel silenzio che solo la neve sa creare, i pensieri si fanno più lineari, chissà perché, forse tutto questo bianco non offre ombre nelle quali rifugiarsi.Il bianco è il colore piùleggi »

Le creature fuoriuscite dalla penna di Cechov vivono in un presente che è già avvenire, che a sua volta già rifluisce nel passato. È un futuro che non ha futuro, perché segnato da una morte in costante presenza. Nel teatro del tempo che Cechov ha delineato in ogni sua pièceleggi »

Datemi una bestemmia. Io voglio leggere una bestemmia. Una bestemmia, un urlo, una ferita che non guarisce. Io non voglio leggere libri. I libri con le storielle, con le tramine interessanti, i libri raffinati, perfettini. I libri ben stampati per un lettore ammodo. Io voglio leggere Belzebù, non un libro.leggi »

-Domani viene un tizio, amico di Francesca, ci dà 500 euro per il tavolo e le panche. -E magari gli diamo anche le sedie e una fettina di culo ciascuno, no? -Paolo, ancora? Ma lo vuoi capire che dobbiamo svuotare casa entro il 15, tra venti giorni, esattamente. Ringrazia Dioleggi »

Si alzava ogni mattina alle cinque. È per vedere l’alba, spiegava ai famigliari che gli chiedevano perché le cinque dal momento che usciva da casa alle sette per andare al lavoro.E non mentiva, per questo gli veniva così facile rispondere anche a sua moglie, seppur si domandasse perché non sileggi »