Gli involuti [11]

ACCIDENTI AL KARMA

Charles Darwin non ha mai vinto il Festival di Sanremo. In compenso ora la teoria dell’involuzione – che questa rubrica si vanta d’aver perorato da tempi non sospetti – ha la sua bella sigla con tanto di coreografia. La civiltà dell’Apericena è davvero in pericolo: questa canzonetta, innocua solo in apparenza, traccia un sunto, concentrato come un dado brodo, di questo mondo occidentale al tramonto e ci consegna in tutta la sua miseria un karma che sa di sfiga cosmica già da un pezzo, per mano di un gorillone danzante, probabilmente vincitore di qualche talent. Tentiamo dunque la parafrasi del testo e facciamola insieme, perché la mia sarà scarna e lacunosa e se dobbiamo estinguerci, è meglio farlo allegramente insieme:

Essere o dover essere
il dubbio amletico contemporaneo
come l’uomo del neolitico
nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo
intellettuali nei caffè, internettologi
soci onorari del gruppo dei selfisti anonimi

Già che c’è Shakespeare io mi metto sull’attenti. William di accidenti alla natura umana ne ha tirati un sacco già ai suoi tempi, vedendoci giusto e indovinando quasi tutto. L’autore introduce il tema del dubbio, che forse è l’unica cosa che ancora ci può salvare: facciamocela qualche domandina di tanto in tanto invece di avere sempre tutte le risposte. Abbiamo davvero bisogno di tuttologi, opinion leader, influencer, fashion blogger, hater e via cialtronando? L’internettologia non ci ha fatto sempre bene: ha aumentato la fuffa e spesso fatto sparire la sostanza. Peccato, perché nelle modalità giuste è un’occasione mancata. Tutti questi mezzi di comunicazione e ben poco da dire. Passando oltre, non posso che concordare sulla denuncia edilizia di appartamenti sempre più piccoli (2×3) e cari, a fronte di mutui secolari che ingabbiano davvero. I selfisti anonimi si riuniscono settimanalmente il mercoledì sera. È vietato portare cellulari e fotocamere di qualsiasi genere.

L’intelligenza è démodé
risposte facili, dilemmi inutili
AAA cercasi (cerca si)
storie dal gran finale
sperasi (spera si)
comunque vada panta rei
and singing in the rain

Si prosegue quindi con una constatazione di fatto: è l’ignoranza a dettare certe mode. Indossarle resta comunque una scelta. Poi fate vobis e panta rei che ti passa (tutto).

Lezioni di Nirvana
c’è il Buddha in fila indiana
per tutti un’ora d’aria, di gloria
la folla grida un mantra
l’evoluzione inciampa
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma

Consola sapere che il Buddha abbia appreso la sua proverbiale pazienza in fila alle poste, come un povero Cristo qualsiasi. Uscire indenni e civili da certi luoghi è già di per sé un motivo di santità e di elevazione dello spirito. L’ora di gloria mi piace, ricorda il quarto d’ora di celebrità di Andy Warhol, accostato all’ora d’aria mi fa pensare che spesso la notorietà derivi non da qualcosa di bello ed esaltante. Ma forse nella gabbia 2×3 siam tutti dei reclusi… Da qualche parte l’evoluzione si è davvero inceppata/inciampata e dire che Darwin puntava tutto sulla selezione naturale. Mi sa che i casting sono truccati in questo spettacolo.

Piovono gocce di Chanel
su corpi asettici
mettiti in salvo
dall’odore dei tuoi simili
tutti tuttologi col web
coca dei popoli
oppio dei poveri
AAA cercasi (cerca si)
umanità virtuale
sex appeal (sex appeal)
comunque vada panta rei
and singing in the rain

Interessante la dicotomia corpi asettici/odore dei tuoi simili. Riconosco che ci sono occasioni odorose che meritano fughe e ritirate da tutti i fronti, mentre sul lato opposto ci sono persone che vivono disinfettandosi dalla vita e da ogni contatto umano. L’umanità virtuale non può che perdere il buonsenso senza più radici nel reale. Per tutti quelli che non si lavano consiglio pure io “Singing in the rain”. Di tanto in tanto aiuta.

Quando la vita si distrae
cadono gli uomini
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia si rialza
namastè alè

Eccoci al dunque: siamo dunque solo vittime di una vita distratta, in balia del destino e dell’oltraggiosa fortuna? O siamo il frutto delle nostre azioni di civiltà soffocata dalla propria abbondanza e cieca ai bisogni altrui e la pagheremo estinguendoci presto con un diverso destino nella prossima vita?

Lezioni di Nirvana
c’è il Buddha in fila indiana
per tutti un’ora d’aria, di gloria
la folla grida un mantra
l’evoluzione inciampa
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma
occidentali’s karma
la scimmia nuda balla
occidentali’s karma

Di certo un po’ la brocca l’abbiamo persa, il Nirvana manca e non parlo di Kurt Cobain. All’umanità virtuale servono le radici con la terra e la testa di rivolta al cielo. Abbiamo tutto il superfluo, ma spesso ci manca l’essenziale. E si vede.  “Siam mica qui a far ballare la scimmia” era un modo per dire che non avevamo tempo da perdere. Ora forse ne perdiamo troppo e la scimmia siamo noi. Nudi. Ceretta permettendo.

© Anna Martinenghi, 2017

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