Sé/dici

È con Sé/dici che Raffaele Rutigliano ci trasporta nel mistero dello scrivere. In uno dei gesti tra i più rivoluzionari. E ognuno scelga la sua strada.

SEDICI/16 La fine del ciclo sé/dici. Da domani si riprenderà con la nuova scrittura: quella di un nuovo lavoro o viaggio. Un figlio che vuole nascere a tutti i costi, e con lo sforzo di un parto atipico. Il saluto è un non saluto. Come il bacio di una donna cheleggi »

QUINDICI/16 Vuoi allontanare tutto, diventare piccolo e freddo agli odori, al dolore. Si chiama sarcoma. E’ nato da un amore tutto suo, infastidito, quasi, dalle risate altrui. Sì, un riso di porcellana, fragile e intoccabile.E un giorno ti svegli e tutto diventa neutro.I buonumori da costume diventano una situazione letteraria,leggi »

QUATTORDICI/16 Seduto nel fango e con una verità nelle mutande. Penso si stia più comodi, che ginocchioni e con il credo nel viso che ammira la terra. Il nonno diceva: Che guardi? Starai mica a raddrizzare le gambe ai cani?Nelle mutande ci infilavo i libri, quelli che portavo di nascostoleggi »

TREDICI/16 Di pelo e contropelo. Ciò che è naturale non è mai scontato. Se imbattersi in un finto giornalista – ai nostri occhi -, che in realtà non si presenti come tale ma come l’amico dell’amico, che di amico, poi, ha solo quell’eufemistico approccio da homeless (cioè io), tale da deturpare illeggi »

DODICI/16 La profumeria sbanca. Certo, ma le cinquanta sfumature di che? Dei collant sgualciti di Bazarovi (Vita standard di un venditore provvisorio di collant di Aldo Busi) ?No, non tirerò in ballo un personaggio tanto riuscito.Le tematiche attiravendite non sempre collimano con contenuti da uno stile degno. In tal senso il marketingleggi »

UNDICI/16 Partiamo dal presupposto che non si arriva mai da nessuna parte e in nessun luogo, il considerarsi “arrivati”, quando in realtà non si è neanche “partiti” per mancanza di riferimenti cardinali o miliari, fa sì che il viaggio risulti celere e senza troppi trascorsi o approfondimenti di stile. Sileggi »

DIECI/16 Pochi giorni fa mio figlio ha compiuto cinque anni. È a lui che nel 2011 ho dedicato il primo romanzo. Per lasciare ciò che spesso a parole non si dice: un messaggio che andasse oltre la figura di padre. Un insegnamento profondo dal quale far trarre le visioni.Queste “visioni” sonoleggi »

NOVE/16 Potendo tornare indietro agli anni adolescenziali avrei dedicato il tempo trascorso nell’inutilità alla lettura delle grandi opere. Anche quelle dall’aspetto bulimico. La lettura di un’opera va dall’attimo: lettura-nonlettura della sua scoperta, dello sfogliare le sue prime pagine, del leggere le prime righe, sino all’attenzione che riporranno le generazioni future. Ci sentiremoleggi »

OTTO/16 “Invero, Lei, non è né il primo né l’ultimo arrivato con così tanto ego inesplorato. Lo studio lo dia ai cartomanti, e palesi mezzucoli da loggione senza plausi. Lei non è il più grande, Lei è l’ennesima vittima di un sistema di cui ignora ancor ora l’appartenenza.Continui a studiareleggi »

SETTE/16 Un’opera è opera anche senza lettori. Possiamo sviscerarla, sezionarla chirurgicamente da un punto di vista scientifico, ma resterà sempre lì. E noi non potremo far altro che goderne.Ci ciberemo come al banchetto dello scrittore simposiarca seguendo le sue direttive ad litteram. Da ciò non otteremo la risoluzione a problemi oleggi »