Sconfinante

Se ti comporti bene, mi diceva, avrai il tuo chupa chups fragola e panna. E se schiocchi un bacio qui, sulla guancia della tua mamma favolosa, una Rossana finirà subito nella tua boccuccia. Gliene davo tanti di baci, anche sulla testa, affogando il volto tra i capelli, perché delle caramelleleggi »

Indosso maschere. Museruole benigne a misura di prevenzione. Ho un naso burbero: non vuole che gli si rimbocchi le coperte. La maschera, in tempi scaduti, fu il titolo della mia tesi di maturità. Virgilio nelle Georgiche la chiama ora horrenda. Io al lavoro divento servetta muta pur non scorrendo nullaleggi »

Avanza solenne la scia dell’alba. È un blues mattutino nello sterno di entusiasmi appena destati. Un flutto assonnato di logiche danzanti. Nell’altra stanza è un rivolo di mielina involato dal neurone lo stucco d’alba alla parete. Un’esalazione del lume della ragione. L’alba di un’impotenza. ©Francesca Rossetti, 2020 ©Foto Sandra Giammarrutoleggi »

Di buio il busto scomodo. Le ombre gli rubano l’aria. Le sinfonie notturne sono balzi di torace in posizione eretta. Uno strappo di fiato nella notte. Mi è sembrato di averlo nel petto il cuore di mio padre. ©Francesca Rossetti, 2019 ©Foto di copertina di Leonardo Cassi, 2019leggi »

Andata e ritorno Pessimo lancio. Così il foglio ripiegato più volte su se stesso non atterra come speravo sopra il banco della compagna, ma ruzzola poco distante dai suoi piedi. Tossisco. Perché il rumore impercettibile della carta che tocca terra può ampliarsi in un rimbombo se nell’aula regna il silenzioleggi »

“Facciamo entrare le pecorelle nell’arca”: era il nostro gioco. Allora lei allungava le braccia sopra il tavolo della cucina e mi lasciava le sue mani. Io gliele prendevo, unendole i mignoli. Gliele aprivo bene, anche se come le volevo io non ci stavano mai, perché le dita tendevano sempre aleggi »