Piccole storie

C’è sempre una rosa sulla sua sedia.Ogni giorno sua sorella gliene depone una nel posto dove sedeva ogni giorno, di fronte a lei.Parlavano.Si raccontavano di com’era andata la giornata, di quante persone avevano incontrato.Una sera sua sorella gli aveva parlato di lui.Gli occhi brillavano mentre raccontava.La gioia che provava nelleggi »

Ettore guardò scorrere l’acqua sotto di sé. Era limpida. L’ultima volta che aveva visto il Naviglio Grande limpido così erano forse gli anni Cinquanta e lui era un ragazzino e ci faceva il bagno con gli amici.  Quasi tutti avevano visto il mare tranne lui e quando lo avevo vistoleggi »

I miei pensieri cadono come la neve cade e restano lì, sulle strade, sui tetti, sui rami degli alberi. Nel silenzio che solo la neve sa creare, i pensieri si fanno più lineari, chissà perché, forse tutto questo bianco non offre ombre nelle quali rifugiarsi.Il bianco è il colore piùleggi »

Si alzava ogni mattina alle cinque. È per vedere l’alba, spiegava ai famigliari che gli chiedevano perché le cinque dal momento che usciva da casa alle sette per andare al lavoro.E non mentiva, per questo gli veniva così facile rispondere anche a sua moglie, seppur si domandasse perché non sileggi »

«Io qui non ci resto, hai capito?» Marco urla e io urlo più di lui.«Tu fai quello che ti dico io. E non esci di qui!»Siamo faccia a faccia, ci separa solo la distanza del nostro respiro. I suoi occhi che bruciano di rabbia e i miei, se potessi vederli,leggi »

Mia madre è questa ferita a cielo apertosenza riparo, che non smette mai di sanguinare.Mia madre che aspetta ancora, inconsolabile, una carezzada quando era bambinada una madre che era una ferita a cielo aperto. Le madri che sgocciolano lacrimee lanciano ami che ti pescano sempreanche quando pensi di esserti benleggi »

Equilibrio Il primo coltello tagliò l’aria e si conficcò a un millimetro dal fianco. L’unico rumore che si percepiva era il respiro delle persone e pareva sospendersi quando l’uomo lanciava. Gli occhi di tutti seguivano la traiettoria tracciata dall’acciaio scintillante fermandosi sul corpo della donna. Corpo statuario e viso dallaleggi »

«Ingegner Damici! L’abbiamo cercata dappertutto! Continuava a chiedere di lei. Non sapevamo più cosa fare per tranquilizzarla. Il dottore è stato costretto a somministrarle dei calmanti» mi dice l’infermiera appena entro nella stanza. Poi si alza e mi lascia solo con lei. Mi siedo accanto al letto e le sfioroleggi »

E dei caduti che facciamo? Perché sono morti? Io non saprei rispondere. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti e soltanto per loro la guerra è davvero finita. Cesare Pavese, La casa in collina Pietro Manni. Quando Irma lo vide il suo cuoreleggi »

La bambina girò piano la testa. Il suo sguardo vagò lungo il marciapiede intasato dalle macerie, scivolò su una scarpa, si soffermò sull’ombra proiettata da un’insegna mezzo staccata, ritornò sull’uomo. E si fermò. Il cuore le sembrava un giocattolo caricato a molla che saltellava impazzito. Aveva freddo. Freddo nonostante illeggi »