Incroci

Mi chiamo Maurizio, ma tutti mi chiamano Max. Mi piace firmarmi Xam. Ormai sono sei anni che non lavoro più. La mia vita ha assunto un ritmo piacevole. Vivo con mia mamma di novant’anni e la sua badante. Sarina. Bella, bellissima. Un fisico da pin up e un cervello daleggi »

I pantaloni gialli, la camicia blu. L’uomo era fermo, appoggiato alla ringhiera di ferro: moderno tubolare coi tiranti d’acciaio, si allungava dividendo la terra dal mare, dividendo la gente vestita da città da coloro che in spiaggia avevano deciso di giocare a crederci all’estate infinita. Anche l’uomo pareva crederci. Ileggi »

L’UOMO DEI SORRISI   L’uomo dietro il bancone spariva tra la sedia imbottita e lo schermo del computer. Di lui si vedevano solo parti arrotondate: un viso ampio, a luna piena, le guance arrossate, un sorriso lieve, due occhi a palla. Le braccia nude spuntavano da una maglietta troppo strettaleggi »

L’UOMO DEI NUMERI Il corridoio stretto porta a una grande sala. Un uomo è fermo a fianco di un distributore di numeri per regolamentare le code. La divisa grigio-verde è inamidata, un grande trapezio che evidenza la pancia. Lui ha la pelle bianca, le unghie ben curate, i capelli radi,leggi »

PRIMA BICICLETTA Il sole di fine agosto regala ombre lunghe. La luce è lattiginosa, cittadina, asfaltata. Negli angoli ricavati da marciapiedi rubati al parcheggio di automobili che ancora non hanno ripreso i loro spazi, una bicicletta da bambino è lì, ordinata, parallela alla strada, dritta sul suo cavalletto. Modello senzaleggi »

GIOCHIAMO, TI PREGO, GIOCHIAMO! Maggio fresco e ricco di pioggia, a Milano. Marciapiedi grigi lucidi e splendenti come vecchie armature medioevali ripulite dallo stalliere di turno. Persone di ogni genere si avviano con passo veloce verso attività programmate, scuola, lavoro, spesa, incontri. Gli adulti hanno in mente liste di coseleggi »

IL FALLITO Dell’uomo si notava solo il giubbotto imbottito nero, allacciato fino al mento. Seduto sulla panchina, osservava il mare. Il sole, alto e brillante, offriva il meglio del calore di primavera. Intorno, persone di tutte le età scoprivano gambe e braccia. Il bianco della pelle rifletteva i raggi delleggi »

ROSSO POMODORO La sala della pizzeria era ricca: di profumo di pomodoro e origano, del vociare allegro di famiglie e bambini, della musica di sottofondo e di tanto bianco e rosso, il logo del locale, con disegni di pomodoro ovunque. I tavolini colore-non colore, tra il beige e il grigio,leggi »

SCARPE La pozzanghera era lì nel mezzo del marciapiede nonostante non piovesse da giorni e giorni. Rifletteva le foglie di chissà quale albero e faceva risaltare lo sporco e il disordine che solo un marciapiede di periferia sapeva regalare. Vecchie orme di un’estate passata, macchie di vernice di chissà chi,leggi »

STRADA E BAMBINI Mattina luminosa e fredda. Due uomini iniziano a infilarsi la tuta bianca, quella che vedi anche da lontano, sull’asfalto grigio. Uno dei due scuote la testa, fa un piccolo saltello laterale e abbandona il bianco. Si guarda, annuisce, e resta coi suoi pantaloni blu sformati e laleggi »