Briciole per i passeri (Page 2)

Seminate nel bosco per ritrovare la strada di casa diventano, invece, sostentamento per uccelli affamati.
Le storie che Katia Colica qui racconta sono piccole inchieste del quotidiano, sparse lungo il sentiero per non vagare smarrita; o per sfamarsi, se è il caso.

Ma in fondo io che ne so perché ammazza la gente, davvero, io non lo so. Io, che l’ho quasi fatto. Qui, dentro al carcere, ho anche letto gli articoli che hanno parlato di me: “Tentato omicidio: donna fracassa il cranio al compagno per futili motivi”. E per un po’leggi »

Sembravano due falene che giravano attorno al fuoco della candela, una più grande, l’altra minuscola, traballante. Si bruceranno, si brucerà, succederà qualcosa di brutto prima o poi a quella povera piccola – povera piccola – povera creatura delle tenebre, del buio, della notte più nera del nero. Sbarre Centrali èleggi »

Mio padre diceva che le parole sono come le frecce, hanno la punta affilata, sanno arrivare al bersaglio. Mio padre diceva che le parole sono come certi cani, le puoi ignorare per tutto il tempo, ma quelle se ne stanno lì, piantate accanto, preparate a farti compagnia.Mio padre diceva cheleggi »

Lei non si mosse da com’era. Sentì una specie di gelo che saliva per le vene, come quell’acqua mista a ghiaccio che filtra tra le rocce nei ruscelli di montagna. Le prime volte che sperimenti la ferocia di certe parole senti la paura zoppicarti dentro: gola, cuore, orecchie. Poi cileggi »

  Non questa voltadi Katia ColicaCASTELVECCHI EDITORI Mio padre gestiva un buco di bottega alimentare al mercato coperto di via Filippini. “Spina Generi Alimentari” diceva l’insegna, la prima cosa che ho imparato a leggere. Avevo circa quattro anni, lui spesso mi svegliava ancora prima dell’alba e mi portava con sé.leggi »

Alla maniera di Diodi Katia Colica Camminavano; col freddo che faceva, poi. Le porte delle case di cartone non volevano aprirsi: non c’è posto, gli dicevano. Li pensavo malfermi nel loro essere statuine, le gambe di gesso affondate nella neve spray: lui stava sotto un cielo di cartone decorato aleggi »

Due passi e un salto lungo. Carezza a Micky. Tre passi a gambero. Tabellina del quattro. Mamma che piange, mamma che ride, che racconta di me a nonna per telefono. A me piace stare in casa, a lei non tanto. Dice che non è per la ricrescita, la spesa cheleggi »

ragazza con trifogli

Lena si accosta al tavolo. Passa velocemente la spugna dove qualcuno prima di me ha lasciato tracce di pistacchi, e tovaglioli sbriciolati, e orme di birra colata giù dalla pinta. Ha trovato questo lavoro da qualche settimana, ha paura di perderlo, ha paura di tutto. Arrivata in questa città aleggi »

sangue ragni

LA FAVOLA DEL CASTELLO Ci sono segreti da nascondere sottoterra; ne abbiamo paura, spesso, per via del sangue che zampilla dalla chiave di quella solita stanza in cui non ci è stato permesso mai di entrare. Per via di quel sangue che cerchiamo di asciugare con l’orlo della gonna eleggi »